sabato, giugno 29, 2019

Carlo Sarno - PROGETTARE , COSTRUIRE E ABITARE CON DIO

Carlo Sarno

PROGETTARE , COSTRUIRE E ABITARE  CON DIO

(alcuni brani tratti dal libro integrale pubblicato)


Progetto di Chiesa, arch. Carlo Sarno

La finalità principale dell’Architettura è la realizzazione dell’amore di Dio nel mondo. Ciò significa che l’Architettura è buona ed organica quando scaturisce da un atto di amore che concorre al buon vivere ed al buon abitare e, quindi, alla libera e vera espressione di buoni sentimenti e buone azioni.

 
Nell’Antico Testamento della Bibbia così si legge:
        “ Con la sapienza si costruisce la casa,
           con la prudenza si rende salda,
           con la scienza (e l’arte) si riempiono le sue stanze
                  di tutti i beni preziosi e desiderabili”                 (Prov.24,3/4)
e dopo la Parola del Vangelo possiamo aggiungere:
        “ E con l’amore di Dio si vive, si abita, si progetta e si costruisce “.
Il nuovo principio dell’architettura è l’amore cristiano inteso come carità universale.
Vitruvio, nell’età dell’impero romano, nel suo trattato ‘Dell’Architettura’ sentenziò che qualsiasi opera architettonica ha tre requisiti fondamentali: la firmitas, l’utilitas e la venustas, cioè rispettivamente la solidità, l’utilità e la bellezza; nel libro I°, cap.3 scrisse: “ Solidità, quando le fondamenta costruite con materiali scelti con cura e senza avarizia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante ; utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso; bellezza, quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti ottenuta con adeguato calcolo delle simmetrie “.
Con l’avvento della Parola di Cristo possiamo aggiungere alle tre categorie classiche una quarta che le completa e le finalizza ad un progetto creativo di respiro universale :” la Caritas “.
Scrisse S.Paolo nella I° lettera ai Corinzi :” La carità è paziente, è benigna la carità, non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. “.
La carità rende partecipe l’architettura della vita divina, la libera, la proietta in una dimensione sovrastorica sebbene ancorata ai bisogni della collettività: una vera architettura è lievito per la civiltà. 
Quindi i requisiti di una buona architettura risultano:
 
             firmitas     ---      solidità
             utilitas      ---      utilità                  >          epoca   pagana
             venustas   ---       bellezza
 
             caritas       ---       amore                >          epoca   cristiana
 
La buona architettura, la vera architettura è espressione di buoni sentimenti, promuove l’amore come partecipazione alla vita in tutte le sue forme, diffonde la vera libertà, è congruente con il buon vivere ed il buon abitare. Una buona architettura organica alla vita è sempre legata all'uomo, al luogo e al tempo, tre variabili che non si ripetono mai. Si sviluppa con amore, verità e libertà dall'interno verso l'esterno, dalla vita interiore che si svolge nello spazio all'ambiente esterno.
Dio è la misura, la proporzione ed il fondamento della buona architettura intesa come opera caritatevole.
E’ l’amore di Dio che agendo nella realtà, nel cuore degli abitanti, dei costruttori e dei progettisti genera una buona architettura organica alla vita.
.....
L’architettura non può esistere senza Dio, è presenza di Dio, ha un solo significato: quello di esprimere la realtà di Dio.
Architettura come carità significa architettura come amore verso Dio e verso il prossimo alla maniera di Gesù.

 
 

 Progetto di Villa in Collina, arch. Carlo Sarno  




LA  MISSIONE DEGLI  ARCHITETTI  E  DEI  COSTRUTTORI
La missione degli architetti e dei costruttori è la creazione di oggetti e spazi e relazioni per il buon vivere ed il buon abitare.
Tutte le categorie e le regole dell’architettura sono sottoposte all’universale principio dell’amore. Si realizza una buona architettura organica alla vita trasformando l’amore in forme, funzioni e relazioni ad esso congruenti nel campo architettonico.
La missione degli architetti e dei costruttori è la realizzazione dell’amore nell’architettura: applicare l’amore nell’architettura significa realizzare una buona architettura.
Amore è giustizia, verità e bellezza nell’architettura. Amore è semplicità, chiarezza e onestà. Amore è buona e organica  architettura.
 
AMORE  PER  LA VITA
Per una buona architettura ci vuole un grande amore per la vita, intesa in tutte le sue forme. La vita è la bellezza, la luce dell’esistenza, il soffio divino che alimenta tutte le cose. La vita è la Parola di Dio.
L’amore è la direzione verticale nella spirale evolutiva della vita.
L’architettura è organicamente legata alla vita, profondamente umana, intensamente pervasa di amore.
L’architettura è la scienza dell’abitare al servizio dell’amore per la vita. L’amore è armonia, serenità, bellezza, unità nella varietà, organicità e integralità , la qualità che fa stare insieme tante parti diverse, apparentemente contrapposte, ma poi risultanti nell’insieme belle e gioiose.
L’architettura è speculare alla vita, riflette la vita in tutta la sua complessità, materiale e spirituale, si genera dall'interno verso l'esterno.
La vera architettura concorre alla realizzazione della volontà di Dio, alla ricerca della verità, alla comprensione della vita di  Dio come comunione con l'umanità e la natura .
 
LIVELLO  GLOBALE  E  LOCALE
Per una buona architettura occorre un buon vivere, un buon esistere, e ciò deve accadere sia a livello globale, contestuale, per quanto riguarda la società e l’intera umana civiltà, sia a livello locale, nella capacità dell’individuo di abitare pienamente e sanamente lo spazio-tempo-luce in cui vive.
Il livello globale si estende dall’universo fisico all’universo spirituale dell’uomo e comprende la connessione dell’uomo con una realtà più generale e complessa in tutte le sue articolazioni.
Il livello locale puntualizza il rapporto stretto che intercorre tra l’individuo ed il suo spazio fisiologico e spirituale, necessario ad abitare.
  
BONTA’  NELL’AGIRE
Spesso si perde di vista nei diversi mestieri l’idea di bontà, cioè il fine realizzabile con un’opera buona, congruente con l’amore di Dio.
Si è distratti dal profitto economico, dall’efficienza produttiva, dai falsi ostacoli legislativi, da una teoria troppo fredda e astratta, da sentimenti disonesti verso la società.
Anche nel campo dell’architettura spesso ci troviamo di fronte ad enormi errori di progettazione e costruzione, errori che un qualsiasi modesto buon senso avrebbe potuto evitare. Ciò accade perché si perde di vista il fine del proprio operare, la positività del proprio essere nel mondo.
Prima di una ottimale progettazione e costruzione funzionale, tecnologica ed estetica ci deve essere la ricerca di un buon spazio di esistenza, di uno spazio che susciti comportamenti rivolti al bene, alla libertà, alla creatività. Un buon spazio-tempo-luce architettonico rinfranca lo spirito, rinvigorisce il corpo, conduce ad una vita sana e costruttiva.
 
I  TRE  LIVELLI
Non ci potrà essere una buona architettura se non saranno armonizzati i tre livelli del suo campo di attuazione: primo, il buon vivere;  secondo, il buon abitare; terzo, il buon progettare e costruire.
Il buon vivere implica una società fondata su principi cristiani o comunque riferiti alla carità, un contesto sano e forte ove gli elementi positivi dell’umanità trovano un terreno creativo adatto.
Il buon abitare è legato all’individuo, alla sua capacità di esistere in un rapporto di carità con l’ambiente circostante, di partecipare alla vita del luogo ove risiede.
Il buon progettare e costruire è l’attuazione in spirito di carità del buon vivere e del buon abitare in forma costruita.
I tre livelli sono interdipendenti ed interagiscono tra di loro: una mancata realizzazione di uno solo di essi danneggia profondamente il sistema urbanistico e architettonico .
 
UN NUOVO ORIZZONTE
L’amore è il nuovo orizzonte dell’architettura. Tutta la buona architettura deve essere permeata dal principio dell’amore, quindi rivolta al bene e pertanto alla crescita positiva dell’umanità.
In ogni intervento architettonico bisogna sempre tentare , malgrado i vincoli economici, legislativi, ambientali e culturali , di raggiungere il maggior grado di buon vivere e di buon abitare mediante una buona progettazione e costruzione che tenga conto della partecipazione degli utenti all’opera da costruire.
Una buona opera di architettura nasce da un rapporto organico, articolato e sincero di amore tra i diversi attori che concorrono alla sua realizzazione: dall’architetto all’imprenditore, dagli utenti agli operai, ecc.. Nell’insieme una buona architettura è un atto di amore che nasce da una storia di amore.
L’amore di Dio illumina il nuovo orizzonte dell’architettura e apre nuovi scenari alla possibilità umana di creare spazi, relazioni, tecnologie, forme  idonee alla realizzazione di quella parte migliore dei nostri sentimenti e delle nostre aspirazioni.
 
ECOSISTEMI  SPIRITUALI
Perché una persona possa sviluppare le proprie virtù e le proprie capacità occorre che l’ambiente in cui deve crescere e vivere sia il più possibile armonioso e stimolante.
La religione e la politica creano nel mondo ‘ambienti’ psico-culturali ora più ora meno congruenti allo sviluppo dell’individuo e alla sua capacità di vivere e di abitare. La condizione primaria per un buon vivere nella società è quindi che i due massimi sistemi, quello religioso e quello politico-economico, siano positivi nel senso di consentire un sano progresso e miglioramento nelle condizioni di vita generale, ovvero promuovano modelli di civiltà sempre più congruenti con la piena realizzazione dell’essere umano come individuo e come parte di una collettività.
Molte volte accade però che il messaggio religioso venga male interpretato, istituzionalizzato o utilizzato per fini non troppo leciti;  così anche spesso abbiamo sistemi  politici che navigano indipendentemente dalla volontà del popolo e di Dio, generando attriti sociali e pericolose reazioni.
Il buon vivere può svilupparsi solo dove la religione e la politica diventano un solo corpo con la coscienza dell’individuo, con le gioie e le sofferenze dell’essere umano, con la volontà profonda e vera di vivere e di abitare in pace, libertà, fratellanza, tranquillità e, soprattutto, con l’amore di Dio.
 
ESSERE  IN  ARMONIA
Il concetto di essere in armonia, cioè esistere in armonia, è a fondamento della crescita positiva della civiltà umana.
Rispettare le leggi di Dio  significa esistere in modo buono, conveniente, organico, libero, creativo.
L’esistere degli esseri umani si attualizza nell’abitare, e l’abitare si estende nello spazio-tempo-luce architettonico. Porre quindi leggi armoniche nello spazio-tempo-luce dell’architettura.
L’armonia della legge è l’armonia dei cuori puri che si trasmette e trasforma lo spazio-tempo-luce dell’abitare
L’esistere in maniera buona comporta un potenziamento del  bene in  architettura.
 
ARCHITETTURA   ECOLOGICA
Architettura ecologica significa oggi un’architettura in sintonia con la natura, con le esigenze fisio-psichiche dell’uomo, con la sua necessità di abitare sano .
Tale architettura molte volte viene interpretata dai suoi promotori nel senso di un materialismo vitalistico, ove la sanità del corpo e della psiche spesso prescindono dai valori più profondi e spirituali.
Non è detto che una casa sana sia buona spiritualmente, così come non è detto che una persona sana sia buona moralmente.
Occorre fare attenzione a non deformare la lettura di tutta l’architettura con un occhio solo ecologico o bioarchitettonico. L’architettura è lo specchio dell’uomo, della sua complessità fisica, psichica e spirituale.
Una ecologia dei cuori degli abitanti, progettisti e costruttori di questo pianeta è il vero presupposto per una buona e sana architettura.
 
IL  VIVERE   SOCIO-ECONOMICO
Per vivere gli uomini hanno bisogno gli uni degli altri. L’interscambio tra gli individui è continuo ed avviene nei modi più disparati e secondo regole a volte ben definite, altre volte molto vaghe.
Esistono rapporti affettivi, rapporti di dipendenza lavorativa ed economica, rapporti di vicinanza, ecc.. Oggi le regole dell’economia di mercato deformano la quasi totalità dei rapporti, alla ricerca di un effimero equilibrio che mai non è raggiunto, ma che di continuo genera conseguenze nefaste per  l’umanità intera.
Un errato concetto di economia ha ridotto a cose senza vita la terra, l’uomo e la sua attività, trasformandoli in vuoto denaro. All’economia di mercato occorre sostituire una economia dell’amore che favorisca veramente la vita, la sua sopravvivenza e la sua crescita.
Il buon vivere socio-economico coincide con l’abolizione dell’economia di mercato, con la fine di una falsa rincorsa ad un falso profitto economico, con la morte del denaro come metro di valutazione, con la collocazione di Dio a misura di tutte le cose e con l’attuazione nell’azione sociale della Parola di Dio .
 
UN  VIVERE  SEMPLICE
Buon vivere significa vivere semplice, in maniera normale, ove la norma è la Parola di Dio. La semplicità aiuta a capirsi meglio, a non perdere mai di vista gli obiettivi principali della vita: l’amore, la libertà e la ricerca della verità.
Semplicità è amore perché il vero amore è semplice. Semplicità è libertà perché la libertà è semplice. Semplicità è verità perché la verità è semplice. Pertanto vivere semplicemente significa vivere con amore, libertà e verità.
Abitare con semplicità significa dunque vivere con amore, libertà e verità.
La semplicità nel vivere non esclude la complessità nella vita ma evita ciò che è complicato, intricato, forzatamente difficile. La semplicità rende liberi dalla schiavitù di false abitudini e convenzioni. La semplicità può essere complessa ma solo in quanto congruente spontaneamente alla verità del vivere. La semplicità è armonia nella complessità. Il complicato, invece, è disordine stonato nella complessità.
L’abitare, il vivere, possono essere complessi ma semplici. La semplicità non significa impoverimento del vivere, bensì armonia , organicità , ed economia del vivere nella complessità. La semplicità è pienezza di vita e di amore. La semplicità nei rapporti sociali è indice di benessere e civiltà.
Vivere è semplice quando è conforme a Dio.
 
LA  FEDE  E  LA  FIDUCIA
I due presupposti essenziali per un buon vivere sono: 1) la fede in Dio; 2) la fiducia negli altri.
La fede in Dio aiuta ad essere buoni, liberi, a camminare sulla strada giusta, a non avvilirsi allorchè il contesto risulta avverso, a creare cose utili per la società, a progettare e costruire secondo l’insegnamento di Dio, a comprendere l’universo che ci circonda, a vivere il Vangelo.
La fiducia negli altri continua l’opera di costruzione civile della fede in Dio. La fiducia nel prossimo concorre ad una vita di partecipazione, libertà,  armonia, allo stabilirsi di un profondo legame sociale, ad una pura, spontanea e vera solidarietà sociale, all’abolizione degli squilibri economici, ad una giusta distribuzione della ricchezza economica e sociale, ad un innalzamento dei valori spirituali a fondamento della società civile.
Coltivando la fede in Dio e la fiducia nel prossimo l’essere umano pone le basi per la creazione di una società libera e forte, dove l’amore direzionerà ogni scelta e l’interesse di ognuno sarà anche l’interesse di tutti.
La fede in Dio e la fiducia nel prossimo sono i costituenti essenziali per una civiltà umana migliore da realizzarsi nell’amore, nella libertà e nella verità.
 
ESISTENZA  ED  EFFICIENZA
Il buon vivere è legato ad un esistere in maniera efficiente. L’esistere si attualizza nel fare, ed il grado di bontà di questo nostro operato testimonia dell’efficienza, cioè della nostra capacità di produrre qualcosa di utile e buono per la collettività.
Purtroppo spesso capita che gli uomini, inseriti in una triste economia di mercato dove l’efficienza viene separata dalla bontà di prodotto e dalla bontà di esistenza, si ritrovano alienati nel loro lavoro, inconsapevoli della lacerazione avvenuta tra il buon vivere e la loro produttività.
La vuota efficienza, ovvero l’efficienza per il denaro, per l’accumulo del capitale, snatura l’uomo dai suoi fini più alti. La vera efficienza, invece, concilia il lavoro con il buon vivere, crea prodotti per un buon vivere.
L’efficienza legata all’esistenza e alla bontà crea i presupposti per una vita migliore all’insegna dell’amore. Anche gli architetti, gli ingegneri, i geometri, i costruttori, gli operai, gli abitanti, gli impiegati comunali addetti, gli amministratori, devono porre la loro efficienza al servizio del buon esistere per sé e per gli altri.
Esistere senza essere efficienti, senza partecipare alla creazione di un mondo migliore è un peccato. Occorre quindi saper esistere per poter saper essere efficienti, per saper promuovere un buon vivere per tutti.
 
UN  ABITARE   SEMPLICE
Per abitare con semplicità occorre abitare con fede, speranza e carità.
Con fede, perché è bene abitare con la fede nella vita, negli altri, in Dio, perché dona lealtà, fermezza, onestà all’abitare.
Con speranza, cioè con quel pio desiderio di tranquillità, sicurezza, pace, che è proprio dell’abitare e della consapevolezza di vivere su di un pianeta fragile ed in una natura imprevedibile.
Con carità, che è quel divino senso di partecipazione a tutto l’universo fisico e spirituale, nel rispetto reciproco, con affetto e comprensione, benevolenza, amore e bontà nei rapporti.
Un abitare semplice significa abitare con amore, in armonia con la legge divina, senza superbia verso la natura e l’umanità.
Un abitare semplice promuove il bene, la libertà, la fratellanza e la buona architettura. Abitare con semplicità significa aver compreso  il senso profondo della vita.
 
IL  CUORE  DELLO  SPAZIO  ABITATO
Il cuore di una casa, di una abitazione non è il camino, non è il patio, ecc. , bensì consiste in qualcosa di non tangibile fisicamente, ma percepibile spiritualmente: l’amore di chi vive in quel determinato spazio-tempo-luce.
Un camino non basta a creare un centro della casa, un punto di forza; un patio non diventa un cuore di una abitazione se coloro che fruiscono di quello spazio non amano il luogo in cui vivono.
Per percepire il cuore dello spazio abitato non c’è bisogno di andare alla ricerca di forti segnali nello spazio: il cuore lo si percepisce anche dai particolari, da un piccolo soprammobile, da un fiore ben posto, da una tavola ben preparata, dal sorriso di un bambino. Il cuore lo si percepisce dalla verità dello spazio, dal messaggio chiaro e forte che proviene dal luogo ove abitiamo: un messaggio di partecipazione alla vita fisica e spirituale in spirito di carità.
Il cuore dello spazio abitato è nell’atmosfera di amore che emerge dalle diverse attività che vi svolgono le persone, attività di legame, collaborazione, costruzione, che trasformano positivamente e organicamente l’architettura  del luogo. E' per questo che la vera architettura organica si genera sempre dall'interno verso l'esterno .
Il cuore dello spazio abitato siamo noi, il cuore buono dello spazio è Dio.
 
IL  SENSO  DEL  RICOVERO
Lo spazio-tempo-luce creato da una buona architettura infonde sempre un senso di sicurezza, protezione, comodità. In altre parole, avvertiamo il senso del ricovero, cioè di una architettura organica rispondente a determinate esigenze in modo spontaneo, genuino, gioioso.
La sensazione del ricovero genera la tranquillità in chi fruisce quel particolare spazio-tempo-luce e crea la premessa per un buon vivere e quindi per un buon abitare.
Il senso del ricovero corrisponde alla ricerca di Dio come rifugio e salvezza per la nostra anima. Una buona architettura ed un buon abitare comunicano la presenza di Dio e promuovono un buon vivere.
L’essere umano ricerca nello spazio-tempo-luce architettonico la sensazione di ricovero come si ricerca un vecchio amico, con la necessità di un incontro familiare, affettuoso, sicuro, vero.
Il senso del ricovero si fonda sia sui valori spirituali dell’uomo sia sui bisogni fisio-psichici. Il senso del ricovero non è dato soltanto dalla mera apparenza delle forme o da tecnologie che ottimizzano la funzionalità dello spazio, ma dalla capacità di infondere amore nell’abitare e nello spazio-tempo-luce architettonico.
Il senso del ricovero è la certezza di essere in presenza di amore, di abitare con amore e di poter vivere con amore.
 
L’OSPITALITA’
Un buon abitare implica una buona architettura, cioè uno spazio-tempo-luce capace di ospitare comodamente le diverse attività dell'uomo.
Non ci può essere un buon vivere se non c'è pure una buona ospitalità, ovvero quella capacità degli esseri umani di accogliersi l'un l’altro, di aprire l’intimità del proprio abitare all’esterno, alla società, al prossimo.
L’ospitalità è legata al vivere ed all’abitare in libertà, senza pregiudizi. Ospitalità significa accettare gli altri, offrire, dare, far godere, essere generosi, cortesi, cordiali.
L’essere ospitali vuol dire amare il prossimo, porre la fratellanza reciproca come valore supremo.
La casa, lo spazio collettivo, la città, devono essere intrinsecamente e organicamente strutturate sul principio dell’ospitalità se si vuole pervenire ad un veritiero buon abitare.
 
FUNZIONE  E  VERITA’
Tratto dall’Ecclesiaste, co.29.21 :” Indispensabili alla vita sono l’acqua, il pane, il vestito e una casa che serva da riparo “. Bisogna essere veri e semplici nello scegliere il proprio modo di abitare, cercare di comprendere le più pure necessità della vita fisio-psichica e spirituale e provvedere ad esse con uno spazio-tempo-luce architettonico congruente ed efficiente.
Occorre partire dalla verità dell’abitare, discernere, conoscere con attenzione, seguire la personale e pura intuizione e, solo allora, convergere sul livello funzionale, trasformando le informazioni vere in funzioni altrettanto vere. Una funzionalità priva di verità, non organica alla vita, non strutturata sulla verità delle persone che abitano e sulla verità di Dio, non ha senso, non ha alcun significato, è una inutile applicazione della nostra ragione senza alcuna guida, ragione sottoposta all’effimero vento delle mode e dei nostri desideri più alienati.
Ricercare la verità, perseguire il buon abitare, disporre delle buone funzioni nello spazio-tempo-luce dell’architettura, utilizzare forme e tecnologie che migliorano la nostra vita, questi sono i veri obiettivi che dobbiamo porci nella  progettazione e costruzione. La verità illumina la ricerca di una buona funzionalità organica , la illumina dall'interno verso l'esterno .
La funzione architettonica riflette la verità dell’abitare, nel bene e nel male, ed è per questo che occorre porre prima l’amore di Dio, poi il buon vivere, poi il buon abitare ed infine la verità funzionale intesa come buona architettura organica .
 
UMILTA’  E  RISPETTO
Il buon abitare è umiltà; questa non è intesa come comportamento sottomesso, bensì come forza della semplicità. Il buon abitare è degno di rispetto se riflette la verità. Quindi, umiltà e rispetto significano rispettivamente: forza della semplicità e verità dell’abitare.
L’umiltà ed il rispetto conducono ad una dignità dell’abitare, ad una stima reciproca con il prossimo e con Dio. L’umiltà ed il rispetto sono valori essenziali per un buon vivere  ecumenico, organico, all’unisono  con l’amore che infonde Dio nell’umanità per farci pervenire ad una vita pura, libera e vera. Non ci potrà essere buon vivere se l’essere umano non sarà capace di abitare con umiltà e rispetto.
L’umiltà nell’abitare scaturisce dal rispetto di Dio, e con l’umiltà che è in noi si costruisce il rispetto dell’abitare come dignità di vita. Insieme, l’umiltà ed il rispetto dell’abitare generano la buona architettura organica intesa come verità e amore.
 
ABITARE  CON  DIO
Abitare con Dio significa abitare con amore: Dio è con noi, dentro di noi, intorno a noi. Abitare con amore significa partecipare alla creazione, vuol dire esistere con verità nello spazio-tempo-luce.
Abitare con Dio significa abitare con il prossimo, essere aperti ad uno scambio e ad un aiuto reciproco, ad un rapporto armonico con l’ambiente che ci circonda.
Come noi sapremo far abitare Dio nelle nostre coscienze, così all’esterno nell’architettura si rispecchierà la maniera con cui abbiamo accolto l’amore di Dio.
Il buon vivere, il buon abitare e la buona architettura sono realizzabili solo con l’amore di Dio. Solo se accetteremo Dio dentro di noi e lo vivremo, potremo asserire di abitare con Dio e di agire e costruire in consonanza con il suo amore.
Abitare con Dio significa amare Dio e il prossimo, significa abitare con gioia, allegria, serenità, pace, libertà, altruismo, misericordia, umiltà, prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, fede, speranza e carità.
 
UNA  CASA  SEMPLICE
La casa è lo specchio del nostro esserci, del nostro vivere quotidiano, intimo, personale, è l’espressione di ciò che siamo, che siamo stati e che saremo o che vorremmo che fossimo.
Le nostre aspirazioni, i nostri bisogni, i nostri affetti, il nostro altruismo, la nostra personalità, il nostro senso civico, si riflettono nella casa, nell’abitare.
La casa è espressione dello spirito dell’umanità e quindi dei suoi valori più alti. Tale compito richiede una qualità essenziale: la semplicità. Semplicità non intesa come banalità, assuefazione ad un canone standard, bensì la pura, sana, organica e buona espressione del nostro esserci.
Un buon abitare conduce ad una casa buona, una casa buona ad una casa semplice come risultato di un progetto e di una costruzione buona.
Una casa semplice è congruente al modo di abitare, è in armonia con l’ambiente circostante, esprime l’amore per la vita e la verità dell’esserci, è il risultato di una buona costruzione e di una buona progettazione, esprime la dignità del vero abitare.
Una casa semplice è spontanea, libera, prudente, giusta, forte e dolce. Una casa semplice è opera della volontà di Dio.
 
ARCHITETTURA  COME  ESPRESSIONE  DI  BUONI  SENTIMENTI
L’architettura non deve ricercare spazi creati da un vuoto formalismo, da una teoria estetica di tipo ‘puro visibilista’ che comporta una espressione solo formale legata ad astratti canoni estetici.
La buona architettura rifugge da una rappresentazione simbolica dello spazio priva del senso etico e morale dell’uomo .
La buona architettura è espressione di verità, bellezza e giustizia, tre momenti che convergono nell’idea primaria di carità. Pertanto se l’architettura vorrà essere buona dovrà ispirarsi alla bontà infinita di Dio e di conseguenza attuare i tre canoni estetici assoluti: verità, bellezza e giustizia.
La buona architettura dovrà esprimere buoni sentimenti attraverso le proprie forme, le proprie tecnologie e le proprie relazioni spaziali, dovrà essere un evento intensamente umano, profondamente vera, giusta e bella, essenzialmente libera , organica  e buona.
Una buona architettura promuove un vivere buono secondo l’insegnamento di Dio; una buona architettura è pura come l’anima di un bambino.
Una buona architettura si fonda sulla carità,  esprime la carità di chi sa esistere nel mondo in organica armonia con gli altri esseri e con Dio.
 
ALLA  RICERCA  DELLE  FORME  BUONE
Occorre ricercare nel fare architettura le forme simboliche che esprimono il buono, il bello, il bene, il vero, il giusto, la libertà e la carità di Dio.
Gesù disse:” Il regno dei cieli è per chi è come i bambini “.  Dai bambini, dai puri di cuore, la sorgente delle forme simboliche buone, dell’espressione di buoni sentimenti, di atteggiamenti improntati alla verità e libertà.
Il cuore dell’architettura deve raggiungere la purezza dei cuori dei bambini se vuole essere pienamente nel cuore di Dio.
 
AMORE, STILE  E  ARCHITETTURA
Non necessita stile per una buona architettura, bensì occorre buon senso nella scelta delle soluzioni in  armonia  al luogo, al tempo e principalmente all’uomo.
Molti grandi architetti sono rimasti incapsulati nell’orgoglio del loro stile personale, molte volte perdendo di vista la buona riuscita dell’opera architettonica nella sua globalità. Spesso la esasperata sperimentazione e ricerca della novità conduce a mode effimere e contrarie all’umanità.
La creatività, la genialità, la libertà, non si attuano con l’imporre uno stile, bensì operando nell’architettura all’insegna dell’amore di Dio ed utilizzando di volta in volta in modo organico materiali, tecnologie, criteri funzionali, economici, estetici, diversi soltanto per la buona riuscita dell’opera e per il bene di tutti.
 
LA  VOLONTA’  DEL  COMMITTENTE
La volontà del committente va rispettata, la richiesta di determinati spazi e relazioni per la realizzazione di un particolare modo di abitare e vivere va rispettata.
Nessuno può giudicare secondo una astratta idea oggettiva che semplifica e restringe la libertà e  la varietà delle manifestazioni della vita. Occorre tenere in somma considerazione i bisogni dell’utente per realizzare un buon progetto organico di architettura.
I progettisti, i costruttori  hanno una personale concezione dell’abitare che non deve essere imposta ai singoli abitanti, bensì con umiltà, verità e amore devono confrontarsi e correlarsi con i diversificati desideri degli utenti e soprattutto con la volontà di Dio.
Una buona progettazione e costruzione rispetta la volontà di Dio e del committente,  e tenta di armonizzare organicamente il tutto con la finalità di realizzare uno spazio-tempo-luce espressione di amore.
 
UN  PROGETTARE  SEMPLICE
La verità è nella semplicità: così anche la vera architettura è nella semplice espressione. Una  soluzione progettuale semplice scaturisce da una buona sintesi di intellettualità e sapienza.
L’intelletto promuove una conoscenza più analitica, mentre la sapienza concorre ad una conoscenza più sintetica. La sapienza da sola risulterà carente nel momento attuativo della progettazione, mentre l’intelletto da solo sarà manchevole nella impostazione dei principi che dovranno fare da guida nella soluzione progettuale.
Un progettare semplice nasce da una profonda fede nella sapienza come riflesso della ‘luce’ di Dio e da una pratica intellettuale rigorosa, scientifica, economica, vera e onesta nella sua processualità metodologica.
Il progettare semplice è verità e libertà come frutto congiunto e organico della sapienza, della scienza, della fede, della ragione, della poesia e della tecnica.
 
ECONOMIA  E  PROGETTO
Un buon progetto è sempre un progetto economico. Tutta la creazione è un grandioso esempio dell’attuarsi del principio di economia.
Per economia non si intende qui il significato che lega la parola strettamente all’economia di mercato e, quindi, al profitto legato all’accumulo di capitale nella forma alienata del denaro.
Economia nel senso di buon progetto significa la buona organizzazione delle risorse disponibili in modo da ottenere il massimo risultato con il minor dispendio di energia.
Occorre poi chiarire che per massimo risultato nel progetto si intende: l’ottenimento del maggior grado di benessere, la realizzazione di uno spazio-tempo-luce esistenziale ottimale per il buon vivere ed il buon abitare.
Un progetto è economico quando concorre al buon vivere ed al buon abitare, quando la finalità è il rispetto della volontà di Dio, quando il progetto particolare partecipa di una globalità progettuale a carattere spirituale.
Economia nel progetto significa rispetto della natura, del prossimo, di Dio.
 
UN  BUON  ARCHITETTO
Un buon architetto è colui che attua il buon progettare e quindi promuove il buon vivere ed il buon abitare.
Un buon architetto deve coltivare per la sua crescita personale e professionale: la sapienza, l’intelletto, il consiglio, la fortezza, la scienza, la pietà e il timor di Dio. Deve inoltre vivere il suo mestiere con fede, speranza e carità, ed agire con prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
Il buon architetto - così anche il buon costruttore, committente, ingegnere, geologo, geometra, operaio, ecc. - è un esempio vivente di verità e amore, in altre parole è presenza di Dio nel mondo.
Dio è dentro di noi e si manifesta nel buon architetto attraverso buoni progetti e la realizzazione di buone opere rivolte al buon vivere ed al buon abitare. Il buon architetto svolge la sua professione con umiltà, rispetto ed onestà.
Il buon architetto vede la sua vita come una missione, vede l’architettura come il mezzo per esprimere l’amore di Dio, vede la sua professione come un servizio per la crescita positiva e organica dell’umanità all’insegna del principio della carità universale.





 

Progetto di Villa in Collina, arch. Carlo Sarno


 

 
 La finalità principale dell’Architettura è la realizzazione dell’amore di Dio nel mondo. Ciò significa che l’Architettura è buona ed organica quando scaturisce da un atto di amore che concorre al buon vivere ed al buon abitare e, quindi, alla libera e vera espressione di buoni sentimenti e buone azioni.

 
Il progettare , costruire e abitare con Dio  si può riassumere nei seguenti dieci principi:
1)  Dio è l’origine, la sapienza e l’amore del buon progettare , costruire e abitare;
2)  Progettare, costruire e abitare con Dio significa amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente;
3)  Progettare, costruire e abitare con Dio  significa amare  il prossimo come Dio ci ha amati;
4)  Progettare, costruire e abitare con Dio promuove organicamente il buon vivere e il buon abitare;
5)  A chi non approva un tuo progetto o costruzione offri un altro progetto o costruzione;
6)  Ama chi ostacola il tuo progettare, costruire e abitare;
7)  Progetta, costruisci e abita  con umiltà e sarai esaltato;
8)  Progetta, costruisci e abita  con verità e sarai santo;
9)  Chiedi l’onesto e giusto compenso per il tuo lavoro;
10) Progettare, costruire e abitare  con carità sia una regola e non una eccezione.



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Fonte - Brani tratti dal libroProgettare, costruire e abitare con Dio , di Carlo Sarno, pubblicato nel 2017 con le Edizioni Sant'Antonio - Omniscriptum (  www.edizioni-santantonio.com/catalog/details//store/it/book/978-620-2-00005-5/progettare,-costruire-e-abitare-con-dio ).

venerdì, giugno 28, 2019

Architettura e Amore : ipotesi per una teoria sovrastorica della progettazione






Carlo Sarno

ARCHITETTURA  E  AMORE
Ipotesi per una teoria sovrastorica della progettazione

 

Sommario :


INTRODUZIONE

ARCHITETTURA E AMORE
Architettura tra paganesimo e cristianesimo
Il principio dell'Amore in Architettura
Capitalismo e Amore

ARCHITETTURA CATEGORIALE
Teoria sovrastorica
Teoria categoriale
Topologia categoriale


MATERIA , ENERGIA , UOMO
Materia ed Energia
Uomo e Architettura energetica
Teoria dei Pulsori


LA STILISTICA ARCHITETTONICA
Fondamenti di Stilistica Architettonica
Elocuzione e Amore
Linguaggio figurato e figure retoriche


CONCLUSIONI








 
Introduzione

Nella temperie della cultura architettonica contemporanea , allorché si oscilla in una giungla di "stili" e "mode" all'insegna di un gusto effimero e condizionato , urge una squilla sinceramente innovativa non degli aspetti superficiali , bensì dell'atteggiamento profondo dell'architetto e del suo comportamento progettuale .
Solo una trasformazione della coscienza architettonica può provocare un'attività libera e contrapposta al sistema capitalistico . La Via da intraprendere in Architettura è quella dell'Amore , sicuramente più economica e proficua di qualsiasi altra strada . Non progettare in funzione del denaro e del profitto ma , superando tutti i vincoli esistenti , mirare alla crescita cristiana della collettività , ad una Architettura fondata sulla Carità .
Per far questo occorrono a livello concettuale " teorie sovrastoriche " e teorie categoriali " , a livello operativo-tecnologico la conoscenza scientifica dei rapporti tra " materia " ed " energia " intesi architettonicamente ; inoltre , è opportuno rivisitare olisticamente la " stilistica " dell'architettura .
In questo breve studio ho voluto sintetizzare quelle che per me costituiscono le componenti più rilevanti per la ristrutturazione di un pensiero architettonico basato sull'amore cristiano e sulla scienza .  Spero , malgrado la compattezza dell'esposizione e la disorganicità metodologica , di essere riuscito nell'intento : la vera architettura è semplicemente carità .
Un ringraziamento va all'insegnamento del prof. Rolando Scarano , per me un "padre" culturale ; al pensiero architettonico di mio padre , mio fratello e dei miei familiari ; all'umanità delle imprese di costruzioni che ho avuto la fortuna di contattare nella mia professione ; ai committenti che con i loro problemi rappresentano la vita dell'architettura ; all'Architettura che è una "donna silenziosa" e , infine , a Dio cui sono profondamente riconoscente per aver aperto il mio cuore alla comprensione delle vere sofferenze e gioie dell'uomo .
Carlo Sarno ,  1988







ARCHITETTURA E AMORE

Architettura tra paganesimo e cristianesimo

Il principio dell'Amore in Architettura

Capitalismo e Amore
 




Architettura tra paganesimo e cristianesimo

Fino ad oggi , duemila anni dopo Cristo , non è stata ancora ben definita una chiara distinzione tra Paganesimo e Cristianesimo .
La confusione sorse già nei primi secoli di vita del Cristianesimo , allorché forme pagane venivano riutilizzate allegoricamente dal cristiano . Da allora , ancora si attende uno specifico modo di fare cristiano distinto dalle altre convenzioni : classiche , orientali , ecc...
Quali le cause ? Si parla di linguaggio classico dell'architettura , di un linguaggio moderno dell'architettura : esiste un linguaggio cristiano dell'architettura ?
E se esiste , perché dopo duemila anni non è stato ancora ben delineato e teorizzato ? Forse perché una maniera cristiana già preesisteva nel fare architettura , o perché essendo qualcosa di nuovo ed originale sfugge ad una sistematica determinazione e dimostrazione ?  E se trasformazione ed innovazione è avvenuta in architettura con il cristianesimo , si è manifestata tale differenza prima nel tempio o nella casa d'abitazione , nel sacro o nel profano ? Può il cristianesimo mutare un'attività umana ? Queste sono solo alcune delle molteplici domande che la questione di una architettura oscillante tra paganesimo e cristianesimo pone . Urge , pertanto , una risposta .
Il problema è molto complesso , si pensi a questa ulteriore domanda : perché oggi sempre più spesso gruppi di volontari vanno nel "Terzo Mondo" ad aiutare i popoli cosiddetti "primitivi" e tornano con una esperienza di amore e partecipazione che non trovano in questa nostra civiltà ? Ma la nostra non dovrebbe essere una civiltà cristiana progredita con duemila anni di esperienza e di attività nel senso cristiano ? Forse che il cristianesimo ha soltanto aggravato lo stato di vita dell'uomo producendo una civiltà alienata e meccanizzata di stampo materialista ?
No , questo non è vero , l'abisso tra l'occidentale progredito ed il primitivo lo ha creato il capitalismo ; il cristianesimo sta solo subendo un formidabile attacco da parte di forze sovversive e destabilizzanti .  Il mondo materiale tenta di staccarsi dallo spirituale creando una frattura insormontabile . Il soffocamento della " Verità " del cristianesimo è aggravato da errori di interpretazione e trasmissione del messaggio cristiano . La Chiesa cristiana attende un nuovo impulso vitale capace di superare la dicotomia tra spirito e materia nell'individuo e nella società contemporanea .
Oggi la dicotomia al centro dell'interesse culturale non è più come per il primo ottocento tra " classico " e " romantico " o come per il primo novecento tra " astrazione " ed " empatia " , bensì il rapporto tra " pagano " e " cristiano " : la doppia anima dell'occidente .
Comunque torniamo alla specificità semantica dell'architettura .
L'architettura rientra tra le attività umane atte a trasformare l'ambiente fisico in funzione delle necessità dell'esistenza . Si distingue da queste attività per l'utilizzo di un sistema semiotico ( per la maggior parte visivo ) tramite cui consente l'espressione di idee e valori .
Da ciò se ne deduce che una " architettura cristiana " si differenzierà sicuramente da architetture con altre connotazioni ideologiche .  Viene da chiedersi : perché spesso non è facile distinguere in architettura tra forme e funzioni pagane e cristiane ?  Una risposta abbastanza esauriente potrebbe essere la seguente : perché di solito ci troviamo a confronto con una realtà sociale e con degli individui che ancora lottano nella propria coscienza tra un atteggiamento pagano ed un comportamento cristiano .
Gli antichi greci e romani , per esempio , concepivano la " natura " , come animata dagli dei , incontrollabile , in cui l'uomo resta chiuso in sé stesso .
I cristiani , al contrario , credono che la " natura " sia finita , comprensibile con l'intelligenza , e vedono l'uomo come un essere teso all'infinito e tempio del Dio vivente .  Con il Cristianesimo cambia la prospettiva della scienza : ogni magia è eliminata e lo studio della realtà è possibile ed alla portata dell'uomo .  E' un peccato che la Chiesa si sia macchiata di un grave errore di interpretazione nella diatriba con Galileo !  Il Cristianesimo provocò un profondo rinnovamento della coscienza dell'uomo e dei suoi sentimenti : la carità , la pietà , la fede , la speranza , l'umiltà generosa , il pentimento , l'amore .   Il cristiano crede nell'uguaglianza tra gli uomini e nella necessità di un cambiamento dell'ordine sociale , crede nella solidarietà e nella sua attività è sorretto da uno slancio continuo verso il meglio .  L'uomo , imitando il Cristo , trasforma la realtà in vista della realizzazione e costruzione dell'universo di Dio in un contesto escatologico e sovrastorico .
Sarebbe molto interessante e proficuo per questo discorso approfondire la dualità tra la casa innestata nella tradizione orientale e greco-romana ( dal carattere introverso ) e la casa medievale cristiana intesa come un complesso produttivo estroverso .  Oppure perché spesso risulta che l'amore è maggiore nei quartieri miseri , dove esistono più connessioni , ed è minore nei quartieri di lusso dove prevale la separazione .  O ancora la differenza tra l'abitazione primitiva , la casa greco-romana , la casa medievale , la casa d'affitto odierna , in riferimento all'ipotesi di una caratterizzata architettura cristiana  .  E molte , molte ancora sono le questioni che dovrebbero essere riviste e rivisitate criticamente in questa nuova ottica .  Per il momento accontentiamoci di prefigurare soltanto un nuovo modo di concepire ed immaginare l'Architettura in riferimento al rivoluzionario avvento dell'amore cristiano .


 
 



Il principio dell'amore in architettura

L'unico vero progresso in architettura è soltanto quello legato all'attuazione del principio dell'amore .   La perfezione dell'architettura conferma l'amore dell'uomo .  Non più diatriba se l'architettura è scienza o arte . L'architettura vera è amore , realizzazione d'amore .
Per introdurre il discorso sul rapporto esistente tra l'amore e l'architettura , giungono a proposito alcune frasi emblematiche del grande architetto F. L. Wright , tratte dal suo famoso libro " Testamento " : "...La vita è pienezza d'amore quando è normale rispetto all'essere umano , e ciò tanto nel campo delle idee , o nella natura degli edifici , quanto nel comportamento , ...se intendete praticare il culto della vita nel disordine del mondo contemporaneo , rammentate la profezia dell'Uomo per eccellenza : " Il Regno di Dio è dentro di voi " . Potrete raggiungere il Dio che è dentro di voi attraverso il culto della Natura , attraverso la semplice rivelazione della vostra stessa natura , ... L'architetto artista sarà un uomo ispirato dall'amore per la natura della Natura , e conoscerà che non l'uomo è fatto per l'architettura ma l'architettura per l'uomo . Non vedrà mai nel mestiere dell'architetto un affare , ma sempre una religione , fondamentale per il benessere e la cultura dell'umanità , come al suo primo livello è sempre stata " .
Risulta palese da questa breve citazione la centralità del concetto di amore nel pensiero di F. L. Wright e la sua interrelazione con l'architettura .  Ed è facile , al pari dell'esempio di Wright , nello sfogliare i trattati dei maestri dell'architettura di tutti i tempi , trovare frasi e pensieri connessi con il principio dell'amore .
Ma che si intende con l'espressione : il principio dell'amore ? Semplicemente questo : l'amore cristiano , l'amare Dio sopra ogni cosa ed amare il prossimo come noi stessi .  Questo è tutto , ma l'applicare questo principio è ben più impegnativo di quanto si possa pensare .
L'amore cristiano è un principio attivo , si fonda sul fare , sull'azione , sulla trasformazione : " Fate dunque agli altri tutto ciò che vorreste facciano a voi " .  Non più , quindi , un'architettura schizofrenica frutto dell'ambizione e della presunzione di architetti e committenti , bensì un'architettura che emerga spontaneamente dalle " vere " necessità della vita fisica e spirituale .
L'architetto faccia dunque agli altri tutti i progetti come se fossero fatti per lui : questa la norma . Non pensare più agli altri come a degli esseri astratti , ma vedere nel prossimo la propria persona e cogliere nella soddisfazione degli altri la propria felicità .  La carità è la virtù che conduce gli uomini all'amore verso Dio e verso il prossimo e che si realizza con opere di assistenza morale e materiale . Una " buona " progettazione , una " buona " architettura è carità .  La vera carità cristiana non solo rende saggio e giusto colui che la pratica , ma fa di lui un " lievito " , un fermento di trasformazione e di progresso della società .  Una vera Architettura è lievito per la civiltà . La carità rende partecipe l'architetto della vita divina , lo proietta in una dimensione sovrastorica sebbene ancorato ai bisogni della collettività .
A proposito della carità S. Paolo scrisse : " La carità è magnanima , è benigna la carità , non è invidiosa la carità , non si vanta , non si gonfia , non manca di rispetto , non crea il suo interesse , non si adira , non tiene conto del male ricevuto , non gode dell'ingiustizia , ma si compiace della verità ; tutto scusa , tutto crede , tutto spera , tutto sopporta " .  Questi sono gli attributi che dovrebbe avere una buona e armoniosa architettura !  Un buon architetto si sforza di vedere Dio nei suoi fratelli e di amarli ed aiutarli di conseguenza .
Nel pensiero cristiano l'amore è l'essenza di Dio che si manifesta anche nella creazione .  Anche per l'architettura intesa come creazione poetica l'essenza dell'architetto si manifesta nel suo amore .  Tutte le opere d'arte nascono da un intenso sentimento di amore .  L'Architettura intesa come amore è " luce " .  Il principio dell'amore illumina tutte le buone opere dell'umanità .
F. L. Wright scrisse che per lui la luce " ...è al di sopra dell'istinto . La fantasia dell'uomo , attraverso quest'interiore luce , nasce , concepisce , crea .  Lo spirito ne è illuminato , e nella misura in cui la sua propria luce è quella luce e procede da lui , intanto essa a sua volta , illumina la specie .  Affermazioni di essa nella vita  e nel lavoro umano , sono per l'uomo la vera felicità... Nulla di più alto esiste nella coscienza umana dell'irradiare di questa luce interiore .  La chiamiamo bellezza... La bellezza non è che il risplendere della luce dell'uomo... la Luce è l'essenza dell'esistere umano... Non esiste il male perché l'ombra stessa appartiene alla luce... Luce interiore e non luce esteriore perché ' il Regno di Dio è dentro di voi '...  " .   Parole profetiche e potenti queste di Wright che fanno vibrare profondamente le corde dell'animo umano al pari della forza espressiva della sua democratica e libera architettura .
Il principio dell'amore si realizza nelle opere di architettura al pari di ogni altra attività : soltanto in una caritatevole architettura può manifestarsi armoniosamente una vita caritatevole .  Una casa , una città può determinare e suggerire comportamenti superficiali , egoistici , viziati  oppure , al contrario , può suscitare partecipazione , amore , carità , operosità .
I fattori per la realizzazione di una civiltà fondata sull'amore cristiano sono molteplici , e l'architettura in tale progetto non ha certamente un ruolo secondario .   Oggi l'architettura e l'umanità sono abbastanza mature per tentare l'impresa della costruzione del Regno di Dio , un Universo le cui fondamenta sono costituite dall'amore reciproco e quindi dalla carità .   Un'architettura sorretta dal principio dell'amore risulta difficile perché richiede un impegno morale e spirituale contrastante con il vuoto interesse materiale .  Comunque , gli esempi in tale direzione non mancano e le ultime generazioni di architetti hanno sempre più volto il loro sguardo al problema della costruzione di una architettura basata sulla partecipazione ed interconnessione .
Ma molte sono ancora le difficoltà per l'affermazione del principio dell'amore in architettura , sia per via dei progettisti che del tipo di committenza .  L'importante è , in questo cammino , di non perdere di vista la Luce che segnala la giusta direzione e la corretta attività : non c'è speranza progettuale e fede nelle proprie idee senza il principio dell'amore .  La " vera " Architettura è profondamente e sinceramente nient'altro che carità e presenza di Dio .   Un'opera di carità è anche un'opera di architettura .


 



Capitalismo e Amore

L'architettura giunta ormai alle soglie del duemila , deve scegliere tra il capitalismo e l'amore .  L'amore è inteso qui in maniera cristiana , come nel capitolo precedente .  Il capitalismo è invece un termine introdotto dalla critica marxista ed indica una società dove il denaro compra il lavoro degli uomini che debbono far funzionare i mezzi di produzione e di cui non sono proprietari che poche persone .  I detentori dei mezzi di produzione e di scambio , sfruttando i lavoratori , creano un plus-valore di cui una parte rilevante viene trasformata in capitale addizionale in vista di un nuovo plus-valore .  E' chiaro quindi che il capitalismo è un sistema che si fonda su un meccanismo ciclico con nessuna finalità non strumentale al di fuori della " ricerca del guadagno " .  Tale meccanismo abbrutisce lo stato di esistenza dell'uomo rendendolo un oggetto nella produzione .
In architettura si è pervenuti con la rivoluzione industriale a definire la casa come una " macchina da abitare " , un luogo privo di qualsiasi romanticismo ; eppure l'uomo non è soltanto forza-lavoro , macchina della produzione , è anche e specialmente un essere spirituale che ama , sorride , soffre , contempla .
Il tumore capitalistico ha chiuso in una morsa d'acciaio le metropoli contemporanee sebbene all'esterno tutto appaia organizzato , traumi psichici sempre più frequenti colpiscono i cittadini . Sull'altare del progresso tecnologico e del profitto economico si sacrificano quotidianamente i valori profondi dell'uomo .  Il denaro deve moltiplicare denaro : questa la legge del capitale . Il tempo della produzione capitalistica , ritmato ed incessante , si contrappone al lento tempo dell'amore , eterno benché mutevole .  Nasce così la dissociazione psicotemporale dell'individuo che , benché efficiente nel proprio lavoro , sogna lidi lontani ed incontri fantastici . Da tale dicotomia nasce anche la possibilità della persona passiva socialmente , che accetta la perdita di una parte della propria vita pur di avere la sussistenza materiale e la possibilità di realizzare qualche piccolo desiderio .
Ma perché subire questo scollamento tra azione-lavoro e azione-libera ? Fortunatamente la situazione non è così tragica come si può pensare . Molti sono riusciti , superando enormi difficoltà , a recuperare un equilibrio ed un'armonia tra la vita lavorativa e la vita desiderata . Resta comunque che il sistema capitalistico e l'uomo , frutto della rivoluzione industriale , soffrono di schizofrenia , risultando carenti in altruismo e amore .
L'apparente progresso del capitalismo rinchiude praticamente l'uomo in un meccanismo ciclico senza senso .  Al contrario , l'amore cristiano dà all'individuo una direzione assiale significativa ed effettivamente progressista .  Spesso capita che la dimensione sovrastorica dell'amore cristiano conviva con la ciclicità capitalistica ( apparentemente storica ) : in effetti non si ha ancora una chiara coscienza del tempo sovrastorico cristiano e del suo carattere rivoluzionario nel momento del suo ingresso nel tempo storico della produzione capitalistica . Speriamo che col tempo e con l'esperienza si illumini tale problema .
In tale contesto il marxismo si pone come un programma di liberazione che considera il lavoro umano come un processo fondamentalmente diverso da tutti gli altri processi della natura . Soltanto che oggi , per il marxismo , il lavoro si è separato dall'uomo così come l'uomo è separato dai suoi prodotti : occorre quindi ribaltare la filosofia della produzione per la produzione per fa sì che il lavoro sia per l'uomo e non l'uomo per il lavoro .  Nella teoria marxiana il concetto di prassi è centrale , ovvero l'aderenza alla realtà socio-economica per comprenderne le regole e ricondurre le forze naturali e sociali sotto il controllo dell'uomo , in modo tale da sostituire ad un Regno della Necessità il Regno della Libertà .
In un solo punto marxismo e capitalismo trovano una convergenza fondamentale in contrasto con la coscienza cristiana .
I primi due sostengono che non è la coscienza degli uomini a determinare il loro essere , bensì è il loro essere sociali che determina la loro coscienza .
Il cristiano , invece , sostiene che l'essere dell'uomo è intrinsecamente libero e non soggetto a niente ( semmai soltanto minimamente per la parte superficiale della sua persona ) .  L'essenza spirituale dell'uomo vive una propria realtà sovrastorica che soltanto quando vuole penetra nella realtà storica e si lascia subordinare alle leggi contingenti .  Il tempo della pratica sociale è un tempo storico , il tempo della coscienza dell'uomo è un tempo sovrastorico .
Oggi occorre che l'uomo ricongiunga i due tempi ( storico e sovrastorico ) in un tutto equilibrato ed armonico , in maniera tale che i valori spirituali guidino e si concretizzino nel lavoro quotidiano dell'uomo . Tutto questo parzialmente già accade , ci vuole solo una maggiore consapevolezza e tenacia . L'amore cristiano è un qualcosa di reale che si può manifestare anche nel fare architettura ed in una civiltà capitalistica .
Agli architetti un arduo compito attende , ma già l'uomo in diverse occasioni ha dato prova del suo grande amore e dei suoi alti sentimenti .





ARCHITETTURA CATEGORIALE

Teoria sovrastorica

Teoria categoriale

Topologia categoriale
 




Teoria sovrastorica

La Teoria Sovrastorica è un sistema concettuale di carattere sovrastrutturale rispetto alla disciplina architettonica . In altri termini , la teoria architettonica corrisponde ad una sezione applicativa della più vasta teoria sovrastorica . Chiunque opera nel campo dell'architettura si trova a dover fare i conti , consapevolmente o inconsapevolmente , con la struttura del sistema sovrastorico .  Ma , cosa si intende per sovrastorico ? Ed in che senso si può parlare di " teoria sovrastorica dell'architettura " ?
Nell'uomo tutti i sistemi naturali interagiscono con i sistemi spirituali . Da tale interrelazione ne emerge che tutte le strutture , della natura e non , dipendono da una struttura archetipa metaepocale . La struttura archetipa si differenzia nelle specificità pur conservando la sua unicità .  La struttura archetipa , per ora ancora scientificamente sconosciuta , è l'Amore di Dio .
La teoria sovrastorica consente un primo approccio sistematico alla struttura originaria e creativa dell'Amore ; essa si fonda su una diversa concezione del " tempo " , capace di sintetizzare tempo globale e tempo locale , assoluto e relativo .
Essere nel " tempo sovrastorico " significa essere nell'intuizione della possibilità di più ordini funzionali .  " ...Il tempo sovrastorico getta un ponte tra l'assoluto e il relativo , pone l'uomo in una posizione intenzionale sovraepocale che lo libera dalle remore storiche e dai condizionamenti epocali , che gli consente di ritrovare la sua volontà di essere , che gli rende possibile l'interazione con diversi sistemi di riferimento categoriali e la trasformazione di questi in un metasistema soggettivo che gli dà l'opportunità di realizzare il suo essere nell'esserci " ( dal mio studio intitolato :" Arte Tempo e Simulazione nella prospettiva sovrastorica " , testo a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti ) .
Per motivi di chiarezza espositiva e di brevità mi sono avvalso di un diagramma sintetico concettuale che commenterò molto succintamente con alcuni brani tratti dal mio libro sopra citato .

 
 
" ... Il tempo sovrastorico è un tempo che connette diversi sistemi epocali , sequenze formali , classi di contenuti , in un metasistema temporale che è sorretto dall'intuizione .
Per intuizione si intende il " vedere dentro " , la capacità di avere una immagine olistica ed esplicativa del problema affrontato in modo subitaneo . L'intuizione originaria si articola principalmente in tre pratiche : temporale , simbolica e semantica .
La pratica temporale è l'insieme degli schemi astratti che la struttura del tempo comporta , e la cronologia è il sistema teorico che connette i diversi schemi .
La pratica simbolica è l'insieme dei segni , simboli astratti , suoni , ecc. che costituiscono linguaggi , codici e lessici ; è il sistema degli elementi minimi del pensiero .
La pratica semantica si riferisce invece al contenuto , ai significati , alla memoria collettiva e individuale come materia prima da plasmare e trasformare .
La convergenza della pratica temporale , simbolica e semantica genera i modelli immaginari . Per modello immaginario si intende un sistema di variabili che determina un grado di realtà strutturalmente stabile . Il modello immaginario è l'embrione genetico di un sistema inferente sovrastorico . Un sistema inferente sovrastorico è lo sfondo mentale strutturato di una azione sovrastorica . In altri termini esso è l'intuizione che prende coscienza della sua globalità , sovrastoricità , libertà espressiva .
A questo punto si è pronti per un ingresso creativo , liberato da remore epocali , nel tempo storico . L'azione sovrastorica entra nel tempo storico solo in quanto proiezione di una attività di tutti i tempi nel tempo .  La contemporaneità sovrastorica riconduce all'eternità e quindi alla metafisica dell'attimo creativo ... " .
Il tempo storico che non viene preceduti dal tempo sovrastorico " ...imprigiona tutte le pratiche in un sistema interattivo unidimensionale : ciò che è al di fuori di esso non ha senso , non significa niente . E' questo il tempo dell'uomo a una dimensione di Marcuse , dell'uomo eterodiretto , dell'esser-ci ipostrutturale di Althusser... il tempo storico è il regno dei comportamenti artificiali e delle azioni indotte .  La singolarità che si ritiene propria della storia non nasce dal tempo storico della collettività ma dal tempo sovrastorico dell'individuo o dal tempo escatologico che si attualizza . La fantasia , l'immaginazione , la libertà , pongono le loro fondamenta nella sovrastoria ... ".
Quindi solo una visione sovrastorica della vita permette un " fare " dell'uomo , nel tempo storico , libero e creativo , altrimenti si cade nella tautologia . Premesso questo , passiamo ora alla seconda parte del diagramma concettuale : " ...il tempo storico è un tempo lineare , progressivo , coincide con il tempo della collettività ed il tempo della produzione... essere nel tempo storico significa essere nel numero . Il tempo storico è sorretto dalla pratica sociale... " .
La pratica sociale è data dall'insieme delle interazioni delle pratiche particolari della collettività : " ...la pratica sociale si articola principalmente in tre pratiche : tecnica , simbolica e ideologica " .  La pratica tecnica si riferisce al corpus tecnologico , allo sviluppo tecnico-sociale , alle possibilità di trasformazione e produzione concrete , ecc... E' una pratica che si impernia sulla utilità , che vede qualsiasi cosa in funzione dell'utile , della economia e della soddisfazione di un bisogno .  La pratica ideologica si incentra sulla cultura , sui prodotti del pensiero : filosofia , politica , ecc... Anche le credenze e le tradizioni rientrano nella pratica ideologica . Rappresenta l'aspirazione dell'uomo al suo superamento e miglioramento .  La pratica simbolica è legata all'idea di modello simbolico , e quindi spazia dal linguaggio fonetico a quello visivo , compresa l'astrazione matematica . Essenziale è anche il concetto di analogia e la sua interazione con la pratica tecnica e ideologica .
L'interazione sistemica delle tre pratiche sopra descritte genera la pratica progettuale .  Per pratica progettuale si intende un sistema teorico-pratico che soddisfa gli obiettivi posti dalla pratica ideologica , tenendo conto delle possibilità tecnologiche , e che analizza le varie alternative e perviene ad una soluzione ottimale mediante metodi e procedure che utilizzano una pratica simbolica attinente al compito progettuale .
Il risultato della pratica progettuale determina il programma che la pratica operativa dovrà realizzare .  La pratica operativa agisce direttamente nella realtà trasformando materie prime naturali , mediante opportune procedure tecniche e mezzi tecnologici , in materie artificiali , ovvero in prodotti dell'attività umana... ".
In sintesi , la procedura dalla sovrastoria alla storia è la seguente .  L'architetto ( e in generale chiunque agisce e trasforma in modo creativo ) parte da una intuizione originaria , eccita le tre pratiche sovrastoriche ( temporale , simbolica e semantica ) e con l'ausilio della scienza cronologica e della memoria semantica plasma il modello immaginario .  Da questo nocciolo si genera il sistema inferente sovrastorico e si giunge all'ingresso creativo nel tempo storico e nella pratica sociale .  La combinazione delle tre principali pratiche storiche ( ideologica , simbolica e tecnica ) determina la pratica progettuale che direzionerà ed organizzerà la pratica operativa nella costruzione del prodotto architettonico finale , congruente con gli obiettivi storici e le premesse sovrastoriche .


 
 
 


Teoria categoriale

La categoria è un modello creativo che attinge la sua vitalità nella sovrastoria . Con la definizione di modello creativo , qui si vuole distinguere la categoria da una semplice applicazione del concetto di modello . Solitamente con il concetto di modello si intende una rappresentazione astratta dei fenomeni , una schematizzazione della realtà .  La categoria , invece , oltre ad assumere tutte le caratteristiche e problematiche che imperversano sul termine " modello " , ha delle connotazioni ben precise e particolari .
Prima di tutto , il pensiero categoriale è costruttivo e non ha pretese di esaustività nella interpretazione della realtà .  La categoria opera da tramite tra le opposizioni di essere e conoscenza , tra le dicotomie esistenti tra la realtà e le sue rappresentazioni . La categoria si fonda sugli aspetti complementari di una medesima totalità che si mostra apparentemente molto diversificata ed irriducibile ad un ordine .  Categorizzare significa determinare le interrelazioni tra gli oggetti e le classi di attributi che consentono la identificazione delle classi stesse . Ovviamente , la categorizzazione è sostenuta da una logica abbastanza rigorosa .
Cercherò ora di illustrare un modo più scientifico e specifico di definire la categoria .  Nella matematica moderna sono oggetto di studio strutture astratte di vario tipo : gruppi , anelli , moduli , spazi topologici , spazi vettoriali , ecc...  Attraverso l'algebra categoriale è possibile studiare tutte queste strutture in un contesto generale ove non interessano singolarmente i particolari gruppi , anelli , spazi , bensì i diversi sistemi di funzioni che connettono strutture simili fra loro : le interconnessioni sistemiche .
La nozione di categoria che qui si assume è quella proposta nel 1945 da Eilenberg e MacLane nell'ambito della topologia algebrica .  Pertanto , intuitivamente , con categoria intenderemo " ...una classe di insiemi aventi struttura simile ( cioè confrontabile ) , insiemi che chiameremo oggetti , e di funzioni le quali conservino la struttura , funzioni che chiameremo rappresentazioni o anche morfismi tra gli oggetti " (Fondamenti della matematica , W. Hatcher , Boringhieri 1973 , pag 380) .
Una definizione più rigorosa è la seguente : per categoria astratta si intende " ...una classe M i cui elementi sono detti morfismi (o anche rappresentazioni) ; su tale classe è definita parzialmente un'operazione binaria detta composizione , operazione che risulta associativa quando è definita " (ibidem , pag.381).
In altri termini , la nozione astratta di categoria è rappresentata da una struttura algebrica "...costituita da una classe base di rappresentazioni con un'operazione di composizione definita parzialmente , operazione che risulta associativa quando è definita e con certe rappresentazioni identiche , le quali intuitivamente esercitano il ruolo di oggetti " (ibidem, pag.381) .
Sarebbe molto interessante inoltrarsi tra le varie formulazioni matematiche che regolano le interazioni categoriali , ma rimandiamo ad altri testi per il dovuto approfondimento .  Qui è necessario soltanto far comprendere l'utilità che la teoria delle categorie può avere ai fini di una buona e corretta architettura .
L'analogia dei termini è molto semplice . La categoria equivale ad un " tipo " architettonico . I funtori , cioè i morfismi fra le categorie , possono paragonarsi alle funzioni in architettura che consentono le trasformazioni tra diverse tipologie .  Lo studio delle categorie presenta affinità con lo studio delle funzioni che determinano le trasformazioni tipologiche . In tal senso il " tipo architettonico " perde il significato cristallino di archetipo ( come tanta critica odierna ha voluto intendere ) per assumere una diversa connotazione : quella di " tipo categoriale " .
Il tipo non diventa più qualcosa di fisso , assoluto e irremovibile , assume invece tutte le caratteristiche e proprietà delle trasformazioni naturali , studiate nella matematica contemporanea , tra categorie .  La possibilità di avvalersi in architettura di una analogia con una teoria matematica consente anche un proficuo utilizzo dei computer : in un prossimo futuro la creazione di programmi categoriali come ausilio per la progettazione .  Qualcosa già si comincia a fare nell'ambito della tecnologia della produzione , ovvero nell'organizzazione dei tempi di produzione e nella programmazione delle categorie di lavoro in cantiere . Un passo è stato fatto , ma la strada per una pratica scientifica dell'architettura è ancora lunga .
Verrà un giorno che , tramite i modelli categoriali , in architettura sarà possibile usufruire della creatività , armonia e libertà in un modo molto più corretto ed ordinato , nella consapevolezza della realizzazione di un mondo di amore che per ora esiste ancora in gran parte nelle categorie del nostro immaginario .


 


Topologia categoriale

La topologia (dal greco "topos" , luogo ) indica lo studio della proprietà dei luoghi quindi , in senso lato , lo studio dello spazio in funzione dei rapporti di posizione .  Dal punto di vista più strettamente scientifico e matematico , con topologia si intende uno spazio "non-metrico" che può mutare la forma , subire trasformazioni e restare topologicamente identico purché si rispettino determinate relazioni parte-tutto (continuità , prossimità , ecc.).
La " topologia architettonica " si distingue dalla psico-topologia di K. Lewin e dalla topologia matematica in quanto la "regione" dell'archi-topologia può essere soggetta o meno a delle "soglie" di carattere semiotico-dimensionale che deve rispettare pur trasformandosi o aggregandosi topologicamente per conservare un determinato significato architettonico .  In parole povere : un cortile che si dilata fino a divenire esteso come un campo sportivo perde la sua connotazione funzionale e simbolica e si trasforma nel tipo-piazza .  Pertanto ,la topologia architettonica resta semanticamente legata alle due categorie della quantità e qualità .
Le " soglie architettoniche " a cui si accennava prima sono i confini dei " bacini semantici " delle diverse categorie funzionali e simboliche .  I " bacini semantici " operano ed agiscono su di un " campo " , inteso come un territorio dimensionale e simbolico .  Il " campo " , in generale , si può definire come un insieme di elementi interrelato ma non finalizzato , un sistema omogeneo che consente il verificarsi di determinati eventi .
Il " campo " determina l'ambito in cui è valida una determinata relazione , stabilisce che tipo di elementi dovranno essere relazionati .  Il campo è uno spazio che presenta alcune caratteristiche costanti in ogni suo punto ed in cui si svolgono determinate operazioni .  Il campo agisce su queste operazioni , ma a loro volta le operazioni agiscono sul campo : da questa interazione nasce la tensione , il movimento , la continua trasformazione .
In Architettura il " campo " è definito dalla topologia categoriale .  Infatti , la topologia categoriale può rappresentare soltanto l'ossatura degli eventi architettonici che sono possibili in un determinato spazio di vita .  Le categorie agiscono a livello mentale ed emotivo , le topologie a livello costruttivo-architettonico .  L'interconnessione di categoria e topologia determina il " modo " di fare architettura .
Nell'epoca classica operavano le categorie mentali che ritroviamo in Vitruvio : distributio , statio , dispositio , ordinatio , symmetria , eurytmia , decor , ecc. , categorie che si possono racchiudere nella famosa triade vitruviana di " firmitas - utilitas - venustas " .
Oggi , e le opere dell'architettura contemporanea lo confermano , operano altre categorie .  Bruno Zevi nel suo libro sul " linguaggio moderno dell'architettura " , ha tentato una prima classificazione di queste nuove categorie .  Esse sono : 1) L'elenco come metodologia progettuale e risemantizzazione ; 2) Asimmetria e dissonanze ; 3) Tridimensionalità antiprospettica ; 4) Sintassi della scomposizione quadridimensionale ; 5) Strutture in aggetto , gusci e membrane ; 6) Temporalità dello spazio ; 7) Reintegrazione edificio-città-territorio .
Comunque , sia le categorie di Vitruvio che quelle ipotizzate da Zevi sono soggette ad influssi epocali ed a remore storiche e tecnologiche .
Una liberazione dell'Architettura dal tempo storico della produzione alienata può avvenire soltanto con l'introduzione del tempo sovrastorico all'interno della topologia categoriale .  Soltanto una visione sovrastorica potrà condurre ad un libero pensiero architettonico e ad un vero e profondo " fare " in Architettura .
L'unica soluzione pensabile per la liberazione del fare architettonico è l'introduzione consapevole e cosciente della categoria sovrastorica dell'amore cristiano , la cosiddetta " agape " , nell'ambito della topologia categoriale .

La fusione della teoria delle categorie e della teoria sovrastorica con la topologia architettonica , all'insegna dell'amore , risulta attualmente la prassi e la ricerca più seria e proficua per ottenere una buona ed armoniosa Architettura .





MATERIA , ENERGIA , UOMO

Materia ed Energia

Uomo e Architettura energetica

Teoria dei Pulsori
 
 
 



Materia ed Energia

"  Una volta riconosciuta l'equivalenza tra massa ed energia , la divisione fra materia e campo appare artificiosa e non chiaramente definita... Ciò che fa impressione sui nostri sensi come materia è in realtà una grande concentrazione di energia in uno spazio relativamente limitato . Sembra quindi lecito assimilare la materia a regioni spaziali nelle quali il campo è estremamente forte " ( da Einstein - Infeld : L'evoluzione della fisica ) .
Questo punto di arrivo a cui è pervenuta la fisica contemporanea non deve essere confuso con l'Energetismo e con la riduzione assoluta della materia all'energia .  L'Energetismo come propria ideologia di fondo sostiene il monismo dell'energia e la riduzione di ogni sostanza ad energia ; tesi questa che fu sostenuta da Helmoltz , Rankine , Ostwald a partire dall'ottocento e che tutt'oggi vanta molti sostenitori .
La differenza tra l'Energetismo e il punto di vista della fisica teorica odierna è molto chiara : mentre il primo riduce tutta la materia , il mondo sensibile , all'energia ,  la fisica contemporanea sostiene che i due concetti di materia ed energia sono riducibili a quello di " campo " .
La materia , secondo le ultime scoperte di fisica , è costituita da particelle infinitesime ( elettroni , protoni , ecc. ) che a loro volta sono costituite da entità ancor più infinitesime ed incontrollabili che vengono chiamati " quark " .  A questo livello di realtà argomentare sulla materia e sull'energia come di cose distinguibili risulta impossibile .  Il ponte , la connessione tra materia ed energia è data dalla " densità di campo " .
Einstein ha spiegato che oggi il termine materia significa per il fisico solo una forte concentrazione di energia , cioè quelle regioni dello spazio caratterizzate da un campo particolarmente intenso .  Come la massa è una forma di energia così ad ogni energia compete una certa massa .
La domanda che sorge a tutti spontanea dopo queste considerazioni preliminari è la seguente : in quale maniera e misura l'architettura contemporanea risulta influenzata da tali rivoluzionarie teorie e scoperte della fisica ?
Personalmente io credo che , come per tutte le cose , ogni nuova teoria non fa altro che dare consapevolezza a ciò che già esiste , si vive , ma di cui non si ha ancora una piena coscienza . Fin dalle prime abitazioni dell'uomo esistevano peculiari rapporti tra materia ed energia che ne determinavano l'Architettura in funzione dell'ambiente .
Adesso è necessario , per motivi di chiarezza , dare una prima definizione architettonica di materia ed energia .
MATERIA ARCHITETTONICA : sostanza di cui è fatta l'Architettura sensibile e che dà ad essa estensione e peso .
ENERGIA ARCHITETTONICA : capacità o forza atta a produrre un particolare effetto ( climatico , estetico , ecc. ) in Architettura .
Queste due definizioni di materia ed energia , grazie alla loro generalità , consentono la correlazione dell'Architettura a tutto il progresso scientifico contemporaneo .  Le leggi della fisica contemporanea valgono , per analogia , anche per l'Architettura : ciò comporta un notevole ampliamento dell'orizzonte architettonico .
Per Materia-architettonica si intende la tecnologia , i materiali ( legno , pietra , acciaio , ecc. ) presi in sé , indipendentemente da qualsiasi correlazione e finalizzazione sistemica ambientale e funzionale .
Per Energia-architettonica si intende le prestazioni che la tecnologia ( particolarmente nel settore impiantistico ) e le proprietà dei materiali ( colore , conduttività termica , tessitura , ecc. ) consentono nella trasformazione di spazi e realizzazioni di particolari ambienti con peculiari effetti microclimatici , estetici e simbolici .
Precisati , benché molto sinteticamente , la materia e l'energia architettonica veniamo ora al nodo cruciale di questa feconda analogia tra l'Architettura e la fisica atomica contemporanea : si tratta di determinare il concetto di " campo " in Architettura , concetto generatore delle possibilità osmotiche tra materia ed energia .
L'ipotesi fondamentale è la seguente : " è la funzione a creare in Architettura la ' densità di campo '  " .
Ma che cosa significa : la funzione crea la densità di campo ? e che si intende in tale contesto per funzione ?
Per Funzione-architettonica si intende ciò che condensa , agglutina , concentra la Materia-architettonica per consentire lo svolgimento di una particolare attività dell'uomo , finalità realizzabile solo con un uso appropriato e corretto dell'Energia-architettonica .
Da ciò risulta palese che la " densità di campo " è riferita al concetto di Funzione-architettonica : quante più Funzioni-architettoniche si concentreranno in un identico spazio , tanto più " densità di campo " si potrà riscontrare in Architettura .
Il " campo " , o Funzione-architettonica , risulta determinato quantitativamente dalla Materia-architettonica e qualitativamente dalla Energia-architettonica .
Con l'ausilio dei concetti operativi qui sopra esposti e delle analogie a cui si accenna , chiaramente , un nuovo territorio dell'Architettura si manifesta in attesa di più approfondite esplorazioni .  Una nuova dimensione teorica illumina l'Architettura : la Funzione-architettonica dell'Amore attende che un'Energia-architettonica adeguata ad essa sprigioni la sua forza infinita , plasmando la Materia-architettonica con un inconfondibile e sereno aroma .  Alle future generazioni di architetti l'ardito compito .



 


Uomo e Architettura energetica

L'uomo è un sistema aperto che interagisce biunivocamente con il sistema ambientale ed energetico circostante .  Uomo come microcosmo che scambia mediante le leggi di natura con il macrocosmo ambientale .  La biosfera dell'umanità non può prescindere per la sua sopravvivenza da una corretta visione ecosistemica .  Mai come oggi i problemi ecologici sono stati così rilevanti e preoccupanti .
L'uso schizofrenico dell'energia , nelle sue varie forme , finalizzato ad inseguire un processo industriale che pur di raggiungere i suoi traguardi dimentica troppo spesso i reali bisogni dell'uomo , fisiologici e psicologici , crea sempre più sovente quei famosi tumori urbani che ormai investono e colpiscono le maggiori città del mondo , conducendole al soffocamento e ad una agonia lenta ed incessante .  La superficiale ricchezza prodotta dal denaro sta distruggendo la profonda ricchezza che proviene dalla vita .
L'Architettura non può mancare a questo appuntamento difficile e impegnativo che oggi l'attende : il ristabilimento di un equilibrio tra l'uomo e la natura .
" I rapporti dell'uomo con l'ambiente esterno sono stati regolati nel tempo principalmente dai seguenti fattori :
  • elementi oggettivi dell'ambiente : morfologici ( altimetria , clinometria , ecc. ) , naturalistici ( popolazione di piante e di animali ) , climatologici ( temperatura , umidità , piovosità , ventosità , insolamento , ecc. ) ;
  • esigenze soggettive dell'uomo per svolgere le proprie attività , dalle più semplice ed elementari alle più complesse e sofisticate : abitare , produrre , difendersi dagli agenti aggressivi esterni , svagarsi , coltivare attività religiose e spirituali , ecc. , attività che discendono dalle forme di organizzazione sociale e culturale del momento ;
  • mezzi tecnici a disposizione , derivanti sia dalla disponibilità effettiva in senso stretto ( energia , materiali , tecnologie , conoscenze od intuizioni scientifiche o metascientifiche ) sia delle invenzioni , scoperte , processi di connessione , di conoscenza , di deduzione , singoli o collettivi   " (da Progetto ed Energia , V. Bacigalupi / C. Benedetti , ed. Kappa , 1980 , pag. 16)
Il rapporto dell'uomo con la natura si presenta quindi delicato e complesso ; in particolare il problema delle fonti energetiche e di un loro uso appropriato è determinante per un corretto approccio con l'ambiente .  Attualmente la civiltà capitalistica si regge su fonti di energia non rinnovabili : petrolio , gas , carbone , che tendono irreparabilmente ad esaurirsi , essendo necessari per rinnovarle i milioni di anni occorsi per trasformare in carbone o petrolio gli organismi viventi .  Inoltre queste fonti di energia sono estremamente inquinanti e minano sempre più pericolosamente l'equilibrio ecologico della natura . La loro convenienza nella realtà industriale è soltanto la loro monopolizzazione .
Esistono , però , delle fonti alternative di energia che presentano una disponibilità superiore , una impossibilità ad essere monopolizzate , una possibilità a dare una parziale o totale indipendenza da ogni struttura centralizzata o coercitiva , una maggiore libertà ed iniziativa creativa per l'individuo .
" Le caratteristiche determinanti delle fonti alternative di energia devono essere infatti la disponibilità in ogni momento e per chiunque ; la economicità , in termini di energia prodotta rispetto all'energia impiegata per il loro utilizzo ; il minimo impatto con l'ambiente circostante e soprattutto la rinnovabilità ( essere create , cioè , dalla natura in un ciclo continuo e in quantità tali da soddisfare la richiesta ) "  (da L'energia alternativa , P. Cella , ed. Longanesi , 1979 , pag. 7) .
Alcune fonti di energia rinnovabile alternativa sono : il vento , il sole , le serre , l'acqua , i rifiuti , il legno , ecc...
Una breve digressione è da farsi per l'agricoltura , attività che è sempre dipesa da fonti di energia e che oggi si trova al bivio , nella scelta tra l'energia nucleare o le energie alternative ( solare , idrica , eolica , ecc. ) .  Speriamo che l'agricoltura ritorni all'attività che le è propria : la trasformazione delle energie naturali .  Altrimenti avverrà che l'accelerazione del monopolio industriale condurrà inevitabilmente ad un tragico sfruttamento delle terre per fini industriali , con ingenti danni per l'ecosistema .
E se lo scopo dell'Architettura è di aiutare l'insediamento dell'uomo nella natura , creando delle condizioni favorevoli ed adeguate all'adempimento dei propri bisogni ed attività , se sua finalità è di ottimizzare e soddisfare le esigenze fisiologiche e psicologiche dell'individuo , allora non si può ritenere il problema energetico ed ecologico come trascurabile ed inconsistente per l'Architettura.   Certo , come i vestiti sono per noi un intermediario tra l'interno e l'esterno al pari della pelle che mantiene un equilibrio termico , così anche l'Architettura , l'involucro edilizio , può essere considerato come una membrana permeabile selettiva capace di filtrare , selezionare , proteggere dai diversi e mutevoli fattori ambientali .
Ma ciò non basta , l'Architettura è anche altro .  L'Architettura è energetica e stabilisce un rapporto attivo con tutte le forze della natura .  L'Architettura energetica opera alle diverse scale , dall'unità abitativa alla dimensione urbanistica , territoriale , per giungere poi gradatamente fino alla dimensione cosmica : è lì che l'Architettura ritrova il suo intimo legame con la Natura , la sua ragione di essere .   Pensare ad una Architettura energetica significa credere in una Architettura cosmica , l'Architettura stessa che ha dato origine all'universo .
E' solo con questo grandioso respiro che si può ritrovare la forza di ricondurre l'Architettura e l'uomo ad un equilibrato ed armonico rapporto con la Natura che ci circonda e di cui siamo parte .   La parte sta al tutto come il tutto sta alla parte .


 


Teoria dei pulsori

Partendo dai concetti operativi di " Materia-architettonica " , " Energia-architettonica " , " densità di campo " , " Funzione-architettonica " , e tenendo conto dei presupposti di una Architettura energetica fondata su fonti di energia rinnovabili , si perviene ad una nuova visione dell'Architettura .
Il " campo architettonico " è attraversato da fenomeni di condensazione e rarefazione , interazioni di forze , che danno origine a processi morfogenetici . Questo morfismo strutturale dello spazio avviene alle diverse scale : da quella urbanistica fino alla cellula abitativa .  Assialità e centralità orografiche , economiche , sociali , generano sul territorio le situazioni ambientali ed urbane che è facile riscontrare in tutti i paesi del mondo .
In sintesi , si può dire che questi campi di forza di origine antropologica determinano nello spazio/tempo dei " pulsori " , ovvero delle condensazioni di materia/energia architettonica e dei luoghi intermedi di connessione tra i diversi " pulsori " distribuiti nello spazio . Con " pulsore " si intende una entità-architettonica-animata , vibrante di vita molto attiva , piena di attività .
Per i primi uomini il pulsore per eccellenza del loro abitare era il fuoco , il centro della comunità che serviva a molteplici funzioni : riscaldare , cucinare , illuminare , difendere , ricordare il sacro , celebrare , sacrificare , ecc...
Il pulsore è un condensatore di funzioni e di conseguenza di materia/energia .   Oggi un pulsore in una abitazione potrebbe essere dato da un polo energetico ove confluiscano le seguenti attività :  vedere la televisione , ascoltare musica , cucinare , riscaldarsi , ecc...  I pulsori determinano la vitalità del sistema architettonico .
Fino ad ora la polarizzazione dell'Architettura è avvenuta in modo indistinto e informe , e quando la si è attuata in un modo più consapevole e razionale è rimasto un evento isolato e dimenticato (si pensi alla città dell'Aurora fondata in India da Sri Aurobindo) .
Al contrario bisogna invece individuare una " teoria dei pulsori " , attuare le sue premesse , applicare i concetti pulsionali all'Architettura energetica .  Tenterò qui di delineare un primo schema teorico per l'individuazione di una teoria architettonica dei pulsori .
Dunque , in Architettura sia in fase progettuale che a livello empirico , reale , si possono distinguere due tipologie molto generali di gruppi morfologici : i gruppi plastici ed i gruppi elastici .
I gruppi plastici sono caratterizzati da una prevalente stabilità , staticità ed una accentuata avversione alla trasformazione : corrispondono a sistemi di materia/energia/funzione-architettonica fondamentali per il compimento delle attività da soddisfare nel sistema architettonico .
I gruppi elastici sono caratterizzati da una prevalente flessibilità , mutabilità ed una spiccata predisposizione alla trasformazione : corrispondono a sistemi di materia/energia/funzione-architettonica variabili per il compimento delle attività da svolgersi nel sistema architettonico .
Ai gruppi plastici appartengono i pulsori : coaguli spaziali non solo formali ma anche funzionali .   I pulsori possono anche essere chiamati " donatori " perché forniscono di molteplici prestazioni lo spazio circostante ad essi . Si può ben dire che nell'intorno del pulsore si attua una condensazione di attività , di vita e quindi di amore .  E' nei pressi dei pulsori che si riunisce la famiglia , è nei pressi dei pulsori-urbani che si incontrano le persone e si scambiano parole e gesti affettuosi , è nei centri urbani equilibrati ed armonici che la campagna e la natura trovano la loro corretta sublimazione antropomorfica .
Noi stessi come persone , come esseri biologici , costituiamo delle " densità di campo " , siamo dei pulsori senzienti dotati di spiritualità , delle concentrazioni mobili estremamente efficienti di materia/energia .  Noi e l'Architettura energetica interagiamo come componenti omogenei nella stessa natura , fondati entrambi sulla concentrazione e condensazione di materia/energia .   Pulsione vitale è l'essenza dell'uomo e pulsione energetica è l'essenza dell'Architettura .
Progettare con la  " teoria dei pulsori " significa dotare l'uomo fruitore dello spazio di una grande libertà .  Infatti , una volta stabiliti i pulsori , e quindi assicurata la funzionalità dello spazio e la sua stabilità , sta all'uomo di variare e di sfruttare la poliedricità funzionale dei pulsori per svolgere liberamente e comodamente le sue molteplici attività nello spazio/tempo disponibile .
Architettare non significa più creare e determinare soltanto un contenitore formale e delle strutture funzionali asettiche di supporto .   Architettare significa oggi determinare i campi di energia funzionale architettonica , stabilire la topologia dei " pulsori " , e lasciare grande libertà al pulsore dinamico uomo che potrà fruire di questi spazi estremamente funzionali ed esteticamente validi .
Cade , in tal maniera , l'arredamento che cristallizza lo spazio vitale dell'abitazione in una sala da museo . Non più il disagio dell'uomo e della civiltà in spazi repressivi e totalitari !  L'Architettura torna alla naturalità concettualmente : al pari delle fresche sorgenti che vitalizzano i verdi prati montani abbiamo in Architettura " vitali pulsori " che attraversano armonicamente l'infinito orizzonte della flessibilità dello spazio .
Ma , una sistematica ed efficace " teoria dei pulsori " congruente con il progresso tecnologico odierno è ben lungi dal poter essere delineata in queste mie brevi note ed osservazioni .  Inoltre un approccio scientifico al rapporto materia/energia in Architettura richiede lunghi studi ed approfondite analisi e molta intuizione nel ricercare le analogie con le diverse discipline scientifiche .   Al lettore lungimirante auguro un buon prosieguo in questa direzione .





LA STILISTICA ARCHITETTONICA

Fondamenti di Stilistica Architettonica

Elocuzione e Amore

Linguaggio figurato e figure retoriche
 

 



Fondamenti di Stilistica Architettonica

La Stilistica Architettonica è il complesso delle regole che servono ad esprimere artisticamente il pensiero architettonico per mezzo della forma .
La Grammatica dell'Architettura insegna a comporre e costruire correttamente .
La Stilistica insegna invece a comporre e costruire artisticamente .  La Stilistica studia le forme architettoniche come mezzo per esprimere il pensiero ed il " pathos " in modo bello ed efficace .
La Composizione Architettonica è l'espressione delle idee collegate formalmente intorno a una data funzione o tipologia .
La FORMA è data dalle idee , dai sentimenti e dalle esigenze che bisogna ricercare e collegare insieme con ordine .
La FORMA ARCHITETTONICA è lo spazio vissuto antropologicamente .
Nella percezione della forma concorrono :
  • l'Osservazione : applicazione dello spirito a qualche cosa che si vuole conoscere meglio ;
  • la Riflessione : sforzo del pensiero per rendersi ragione di ciò che si è osservato .
Lo Stile è la particolare maniera che ciascuno usa nell'esprimere in forma i propri pensieri .
Le Doti di un buon stile sono :
  • Chiarezza - l'esprimere il pensiero in modo nitido e preciso .
  • Brevità - lo sfrondare il concetto degli accessori inutili .
  • Evidenza - il rappresentare le immagini nella forma più sensibile ed efficace .
  • Nobiltà - il temperare il proprio pensiero e dargli una attraente dignità .
  • Semplicità - l'evitare le ricercatezze e le gonfiezze di concetto e di forma .
  • Varietà - l'adattare la materia , la geometria , la forma alla diversità dei contesti .
Lo " stile " si acquista con un lungo e costante studio .  Chiunque vuole acquistarselo cerchi , nel disegnare , di secondare la propria natura , di progettare con sincerità quello che pensa e che sente profondamente nell'animo suo , e di mettere in pratica , specialmente per la forma , le varie doti dell'elocuzione in rapporto all'amore che tutto compenetra .

( Nota : Nel capitolo sulla Stilistica Architettonica si fa preciso riferimento al libro " Stilistica metrica e letteratura " di Emilio Garro da cui , in particolare , sono state ricavate alcune definizioni , al testo sopra citato si rimanda per ulteriori approfondimenti ).


 


Elocuzione e Amore

L'Elocuzione  è l'espressione delle idee e dei sentimenti , trovati e ordinati , fatta artisticamente con forme adatte.
Un uso corretto dell'eloquenza, finalizzato ad un miglioramento della comunicazione e quindi alla facilitazione della trasmissione dei significati riposti nell'opera architettonica, è sinonimo di amore.
Le Doti  dell'elocuzione sono principalmente: la Chiarezza , l'Armonia , l'Eleganza ; queste  possono scaturire soltanto da una luminosa sorgente di amore. L'amore è il fondamento per una buona elocuzione , il principio vitale dell'eloquenza architettonica .
 


LA CHIAREZZA


La 'chiarezza' dell'elocuzione architettonica consiste nel fare in modo che i pensieri componenti l'Architettura siano compresi subito e pienamente da chi percepisce e fruisce. (L'ambiguità, ossia il doppio senso, è contraria alla chiarezza).
La chiarezza dell'elocuzione architettonica si ottiene usando Purezza e Proprietà di linguaggio .

Purezza
Per 'purezza' dell'Architettura si intende che le forme architettoniche devono appartenere all'uso vivo e buono dell'ambiente/contesto in cui si progetta e costruisce. La purezza è offesa da: barbarismi, arcaismi, neologismi, provincialismi e solecismi.
Barbarismi : sono forme di architetture straniere usate senza bisogno nel proprio contesto (i latinismi e gli ellenismi sono più propriamente classicismi , provenendo da architetture classiche = eccellenti , perfette );
Arcaismi : ( da arcàios = antico ) sono forme antiche non più usate o usate adesso con diverso significato;
Neologismi : sono forme nuove introdotte nella nostra Architettura senza necessità, essendovi già la forma corrispondente; se la forma non vi è ( quando si tratta di nuove funzioni o tecnologie ) il neologismo è buono e conviene usarlo;
Provincialismi : o idiotismi , sono forme proprie dell'architettura di qualche provincia in falsa imitazione;
Solecismi : ( ( da Sòloi , città della Cilicia dove il greco veniva parlato scorrettamente ) errore , grave improprietà di morfologia e sintassi .

Per quanto riguarda le forme architettoniche che cambiano di significato occorre dire che la geometria è il corpo della forma , l'anima è il significato , ed entrambi risentono dell'azione del " tempo " .
Ad esprimere cose ed idee nuove il popolo crea di rado forme nuove ; comunemente ricorre a quelle in uso modificandone il contenuto .
Proprietà
Per 'proprietà' del linguaggio architettonico si intende che le forme devono ' significare esattamente ' il nostro pensiero. Essa si ottiene evitando ciò che la offende e osservando ciò che la favorisce. La " proprietà " dell'elocuzione architettonica si offende :
per Difetto ,  quando si adopera per esprimere il pensiero architettonico una forma generica o un sistema formale che non traduce pienamente il concetto, risultando così manchevole;
per Eccesso , quando ci si esprime in maniera complicata senza ragione;
per Contraddizione , quando si usano forme che indicano idee discordanti.
La proprietà è favorita dal buon uso dei Sinonimi e dallo studio della " nomenclatura " e delle Etimologie .
I Sinonimi  sono forme che hanno un significato fondamentale comune , ma differiscono nei particolari;
Gli Omonimi  sono forme uguali come significanti ma diverse nel significato;
I Doppioni  sono forme di due significati , l'uno di uso dotto , l'altro più popolare;
La Nomenclatura  è il complesso delle forme proprie di una scienza costruttiva, di uno stile o delle parti di un oggetto architettonico;
L'Etimologia di una forma architettonica ( da ètymos = vero , Logos = discorso ) è la scienza che ricerca l'origine ed il vero senso delle forme.
La Convenienza  ( dote affine alla proprietà )  consiste nell'adattare le forme ed i sistemi formali alla materia, al tempo, al luogo, alle persone del componimento architettonico. 


L'ARMONIA


L'armonia nell'elocuzione architettonica è quel gradevole aspetto che le forme, unite bellamente in schemi compositivi, danno a chi fruisce ed osserva  l'opera.   L'amore è la legge dell'armonia.

Fin dall'antichità l'uso della simmetria , dei rapporti geometrici , dei sistemi proporzionali e di innumerevoli accorgimenti visivi hanno consentito la realizzazione euritmica ed equilibrata dell'Architettura .
L'armonia scaturisce da una visione sistemica dell'Architettura, per cui la parte sta al tutto come il tutto sta alla parte, al pari di un organismo vivente della natura. 

L'ELEGANZA


L'eleganza dell'elocuzione architettonica consiste in una speciale grazia o leggiadria che rende bello , nobile , attraente  un'opera architettonica .  Rifugge dall'artificio, volendo spontaneità e trasparenza . 

La cura delle doti dell'elocuzione può concorrere ad ottenere l'eleganza, ma essa dipende in massima parte dal ' buon gusto ' e dal ' buon senso ' dell'architetto .  
In particolare si acquista eleganza con l'usare nella progettazione , malgrado l'utilizzo di computer e tecnologie , " naturalezza " ,  " varietà " e " semplicità " .  



 


 

Linguaggio figurato e figure retoriche


Il Linguaggio proprio esprime semplicemente e direttamente il pensiero , quello figurato lo esprime per mezzo di immagini (figure) .
Il linguaggio figurato è di due specie : traslati e figure :
  • i Traslati (o Tropi) sono modi figurati in cui le forme trasportano ( transfero , translatum ) il loro significato naturale ed un altro di relazione :
  • le Figure sono modi di espressione in cui le forme mantengono il significato naturale ma esprimono , secondo la collocazione e le permutazioni dei sistemi formali , i sentimenti e la commozione dell'animo .
I principali traslati sono tre :
  • la Metafora : ( meta = oltre e fero = trasporto ) figura retorica per la quale si trasporta una forma dal senso proprio a un senso figurato ; si fonda sopra una relazione di " somiglianza " ;
  • la Metonimia : ( metonumia = sostituzione di nome ) si ha quando si sostituisce la forma della causa a quello dell'effetto o viceversa , e si fonda sopra una relazione di dipendenza ;
  • la Sineddoche : ( sun-ek-dochè = compressione ) si ha quando si usa una forma che comprende un significato maggiore o minore di un'altra con cui ha relazione di ' contenenza ' .
Esistono inoltre altri traslati , tra cui l'Allegoria risulta affine alla metafora e l'Antonomasia , l'Iperbole e la Litote risultano affini alla sineddoche :
  • l'Allegoria  ( àllo = altro e agorèo = parlo , dico un'altra cosa ) è una metafora continuata , sotto un significato ne adombra un altro ;
  • l'Antonomasia ( antonomasìa = scambio di nome ) consiste nell'adoperare una forma comune invece di una forma propria , o viceversa ;
  • l'Iperbole ( uperbolè = esagerazione ) si ha quando si accresce l'idea oltre il verosimile ;
  • la Litote ( litòtes = attenuazione ) è l'opposto dell'iperbole e si ha quando si mitiga l'idea formale .
Può essere considerata un translato anche l'Ironia ( eironèia = derisione ) con la quale si intende significare il contrario di quanto si raffigura .  Più acre dell'ironia è il Sarcasmo ( sarkàro = strappo le carni ) che aggiunge lo scherno .
Le figure retoriche sono espressioni di particolari atteggiamenti del pensiero in certe condizioni di animo .  Differiscono dai traslati perché in esse non cambia il significato delle forme architettoniche .  Le principali figure retoriche possono dividersi in vari gruppi :
  1. Interrogazione , Esclamazione , Imprecazione ;
  2. Dubitazione , Preghiera , Apostrofe ;
  3. Personificazione ( prosopopèa ) , Ipotiposi ( da upotùposis = rappresentazione ) ;
  4. Antitesi , Perifrasi , Similitudine o Paragone ;
  5. Sospensione , Reticenza , Preterizione ;
  6. Ripetizione , Raddoppiamento , Gradazione ( progressione di idee ) , Polisindeto ( legato molteplicemente , ripetizione della stessa congiunzione ) , Asindeto ( mancanza di collegamento , soppressione della congiunzione ) ;
  7. Parallelo , Chiasmo ( incrocio , due espressioni concettualmente parallele si dispongono in ordine inverso ) ;
  8. Eufemismo ( da euphèmi = dico bene , buona espressione ) .
Esistono inoltre altre figure retoriche che per motivi di completezza preferisco enumerare , benché molto sinteticamente . Esse sono : Anacoluto ( sconnesso , non corrispondente ) , Anastrofe ( inversione ) , Antistrofe ( il voltarsi dalla parte opposta ) , Apocope ( troncamento ) , Crasi ( mistura ) , Diallage ( conciliazione ) , Diastole ( dilatazione ) , Dieresi ( separazione ) , Elisione ( l'atto e l'effetto dell'elidere ) , Ellissi ( mancamento ) , Enallage ( permutazione ) , Ipallage ( cambiamento ) , Iperbato ( trasposizione ) , Paragoge ( derivazione , indugio ) , Sillessi ( compartecipazione ) , Sistole ( contrazione , anche sineresi ) , Tmesi ( il tagliare ) , Zeugma ( aggiogamento ) .
Risulta chiaro che un adeguato ed opportuno approfondimento dei significati delle figure retoriche consentirà agli architetti il recupero , per analogia , di molteplici concetti operativi da utilizzare consapevolmente durante la morfogenesi dell'opera architettonica e durante l'intervento nella progettazione computerizzata della topologia categoriale sovrastorica .
In tal maniera sarà più facile rendere esatta e coerente l'espressione architettonica all'insegna dell'amore .





CONCLUSIONI
 



 
Conclusioni

Malgrado la schematicità e semplicità del discorso qui presente in riferimento al rapporto tra architettura e amore , spero che il messaggio della rilevanza di tale rapporto sia balzato all'attenzione del lettore .
L'architetto non può prescindere dal principio dell'amore né può rifiutarsi , in tale società capitalistica , di assumere un ruolo attivo di lievito per la costruzione di un nuovo modo di concepire la coesistenza e la vita .
Un'architettura , impregnata di amore , nel suo processo di liberazione non può fare a meno di considerare i contributi provenienti dalla teoria sovrastorica e dalla teoria categoriale .  Inoltre , a tale apporto teorico bisogna abbinare uno studio scientifico sull'interazione tra materia ed energia in architettura .  Infine , è necessaria una stilistica dell'architettura fondata sull'amore .
Spero che con la consapevolezza di tale prospettiva cristiana non tardino a manifestarsi positive trasformazioni in questa complessa ed importante attività progettuale dell'uomo .
Carlo  Sarno












Fonte : libro " Architettura e Amore " di Carlo Sarno ,  pubblicato con STE edizioni a Napoli nel 1988 .

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