AMATEVI GLI UNI E GLI ALTRI
di p. Hugh Duffy
Immaginate una piccola città dove i vicini accorrono in aiuto quando qualcuno si ammala, dove gli sconosciuti diventano amici condividendo i pasti e dove il perdono scorre libero come il caffè del mattino. Questa non è una favola: è uno scorcio del regno che Gesù ci ha chiamato a costruire, un cuore alla volta.
Nel capitolo 10 di Luca, Gesù diede quello che potrebbe essere l'ordine di marcia più radicale della storia. Non mandò i suoi seguaci a conquistare territori o ad accumulare ricchezze. Li incaricò invece di diffondere qualcosa di molto più potente: il regno di Dio. Ma cos'è esattamente questo regno che Gesù ci ha chiesto di stabilire in ogni città, in ogni quartiere, in ogni angolo del nostro mondo? È qui che Gesù capovolge completamente la nostra comprensione del regno. Il suo regno non è costruito con spade o sostenuto dall'oro. Non si tratta di salire scale o rivendicare troni. No, il regno che Gesù immaginava è qualcosa di più semplice e profondo: è un regno d'amore. "Amatevi gli uni gli altri", dichiarò Gesù, "come io vi ho amati". Queste parole non sono solo un suggerimento nascosto in un sermone. Sono le pietre miliari del suo rivoluzionario regno d'amore che avrebbe rimodellato il modo in cui viviamo, interagiamo e ci trattiamo a vicenda.
Ma come possiamo trasformare questo splendido ideale in realtà tangibile? Come possiamo far sì che il regno d'amore di Cristo prenda vita nella nostra vita quotidiana? La risposta è splendidamente semplice: vivendolo. Seguiamo l'esempio d'amore di Gesù non solo la domenica, ma anche nel traffico del lunedì mattina, nelle difficili conversazioni al lavoro del martedì e nelle sfide inaspettate del mercoledì. C'è un incontro straordinario nei Vangeli che illumina perfettamente questa verità. Gesù incontra una donna samaritana presso un pozzo, una donna considerata eretica dall'establishment religioso. Nella loro conversazione, solleva una domanda che riecheggia ancora oggi: "Dove dovremmo adorare? Gli ebrei dicono nel tempio, ma noi samaritani adoriamo sul monte". La risposta di Gesù taglia secoli di dibattito religioso con una chiarezza fulminante: "Viene il tempo, ed è già qui, in cui gli uomini adoreranno in spirito e verità".
Cosa intendeva dire? Considerate questo: la vera adorazione non è confinata in edifici o vincolata alle tradizioni. L'adorazione, nel suo senso più profondo, è mettere in pratica la volontà di Dio. È vivere il regno di Dio in tempo reale, in relazioni reali, in circostanze reali, nella grazia del momento presente. E qual è la volontà di Dio? Gesù non avrebbe potuto spiegarlo in modo più chiaro: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". O, come insegnò nel Discorso della Montagna, "Fate agli altri ciò che vorreste che gli altri facessero a voi".
Ora, non fraintendetemi: riunirsi in chiesa ha il suo significato. Questi spazi sacri riuniscono le persone per ascoltare la Parola di Dio, comprenderla più profondamente e incoraggiarsi a vicenda nella fede. Il culto pubblico rafforza il corpo di Cristo e nutre l'anima. Ma a cosa serve se non trasforma il modo in cui viviamo nella vita reale? Ecco una verità fondamentale: il culto esiste ben oltre le mura della chiesa. È insito nel modo in cui trattiamo il cassiere che ha una brutta giornata, nel modo in cui rispondiamo al vicino il cui cane continua ad abbaiare, nel modo in cui gestiamo il collega che si prende il merito delle nostre idee. L'apostolo Paolo ha catturato questo concetto magnificamente quando scrisse in Romani 12 di presentare le nostre vite come "sacrifici viventi" a Dio. Questa è adorazione nella sua massima espressione: condurre la nostra vita quotidiana in modi che piacciono a Dio, alimentati dalla sua Parola e dall'esempio di Suo Figlio.
Questo è il cuore del regno di Dio sulla terra: esiste ovunque l'amore di Cristo fluisca nei cuori e nelle mani degli uomini. Non è una destinazione lontana che raggiungeremo un giorno: è una realtà presente che creiamo oggi attraverso ogni atto d'amore, ogni parola di incoraggiamento, ogni gesto di grazia. Quando amiamo come ha amato Gesù, stiamo attivamente costruendo il regno di Dio, mattone dopo mattone, cuore dopo cuore, relazione dopo relazione. Ovunque esista questo tipo di amore – nelle case, negli uffici, nelle scuole e nelle strade – il regno di Dio è lì, vivo e prospero.
L'invito che ci viene rivolto è: saremo costruttori del Regno di Dio? Lasceremo che l'amore di Cristo fluisca attraverso di noi in un mondo disperatamente affamato di autentica spiritualità? La scelta è nostra, e il momento è adesso. Dopotutto, il Regno di Dio non verrà un giorno: è già qui, come disse Gesù alla donna al pozzo, in attesa di essere vissuto.
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