AMORE IN CRISTO
e amare Dio e il prossimo come Gesù Cristo
di Carlo Sarno
Iniziamo questo discorso sull'Amore in Cristo in maniera molto semplice e schematica , partendo dai due comandamenti della carità che Dio ci ha dato per mezzo di Mosé per meritare la vita eterna :
1) Amerai il Signore Dio tuo , con tutto il tuo cuore , con tutta la tua anima e con tutta la tua mente ;
2) Amerai il prossimo tuo come te stesso .
Questi due comandamenti dell'amore raggiungono il loro compimento con la venuta e l'insegnamento della vita di Gesù Cristo , che ci disse (Gv 13,34/35) :
" Vi do un comandamento nuovo : che vi amiate gli uni gli altri ; come io vi ho amato , così amatevi anche voi gli uni gli altri . Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli , se avrete amore gli uni per gli altri " .
Vivere seguendo l'insegnamento di Gesù significa quindi vivere secondo l'amore di Dio , essere amore nel vero senso del termine , vivere per l'amore come fine e significato del proprio vivere . Una vita in Cristo è una vita immersa nell'amore infinito di Dio : questo è il vero " amore cristiano " .
Nel Catechismo Romano si legge : ogni esercizio di perfetta virtù cristiana non può scaturire se non dall'amore , come nell'amore ha d'altronde il suo ultimo fine .
L'amore di Dio acquista luce e chiarezza con l'approfondimento dei due misteri principali della fede :
1) Unità e Trinità di Dio ;
2) Incarnazione , Passione , Morte e Risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo .
Nel primo mistero abbiamo la comprensione di un Dio che non è solo , ma è comunione , partecipazione , amore di Dio Padre , Dio Figlio e Dio Spirito Santo . Nel secondo mistero si manifesta il Dio come misericordia e compassione infinita , che sacrifica il suo stesso Figlio per la salvezza e l'amore di tutti noi . Non esiste amore più grande di chi sacrifica la propria vita per il bene dell'altro , indistintamente amico o nemico che sia , un amore senza limiti , universale e onnipotente .
L'amore in Cristo , il vero amore cristiano , si rende comprensibile chiaramente nelle Beatitudini evangeliche pronunciate da Gesù nel suo Discorso della Montagna : "...
- beati quelli che sono poveri di fronte a Dio , perché Dio offre a loro il suo regno .
- beati quelli che sono nella tristezza , perché Dio li consolerà .
- beati quelli che non sono violenti , perché Dio darà loro la terra promessa .
- beati quelli che desiderano ardentemente ciò che Dio vuole , perché Dio esaudirà i loro desideri .
- beati quelli che hanno compassione degli altri , perché Dio avrà compassione di loro .
- beati quelli che sono puri di cuore , perché vedranno Dio .
- beati quelli che diffondono la pace , perché Dio li accoglierà come suoi figli .
- beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio , perché Dio darà loro il suo regno .
Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano , quando dicono falsità e calunnie contro di voi per il fatto che siete miei discepoli . Siate lieti e contenti , perché Dio vi ha preparato una grande ricompensa : infatti , prima di voi , anche i profeti furono perseguitati ... " (Mt 5,3/12) .
L'amore in Cristo, il vero amore cristiano , si manifesta e realizza nella vita quotidiana mediante le opere di misericordia corporale : dar da mangiare agli affamati ; dar da bere agli assetati ; vestire gli ignudi ; alloggiare i pellegrini ; visitare gli infermi ; visitare i carcerati ; seppellire i morti ; e le opere di misericordia spirituale : consigliare i dubbiosi ; insegnare agli ignoranti ; ammonire i peccatori ; consolare gli afflitti ; perdonare le offese ; sopportare pazientemente le persone moleste ; pregare Dio per i vivi e per i morti .
L'amore in Cristo , il vero amore cristiano , si coltiva con la pratica delle virtù teologali : fede , speranza e carità ; e con la pratica delle virtù cardinali : prudenza , giustizia , fortezza e temperanza .
Gesù Amore (1)
In Gesù , Dio si è rivelato in modo definitivo e totale : avendoci donato il suo proprio Figlio , non ha più nulla da riservare a se stesso e non può più che donare . La certezza fondamentale della Chiesa , la scoperta che illumina tutto il Nuovo Testamento è che , con la vita , la morte e la risurrezione di Gesù , Dio ha compiuto il suo atto supremo ed ogni uomo può oramai aver accesso a lui ...
E quindi tutt'uno aderire a Gesù Cristo nella fede e conoscere il vero Dio . Dinanzi al fatto di Gesù Cristo l'uomo che accede alla fede , sia proveniente dal giudaismo o dal paganesimo , sia formato dalla ragione o dalla tradizione di Israele , scopre il vero volto e la presenza vivente di Dio .
Questo è il segreto , al quale non si accede se non attraverso Gesù Cristo , " riconoscendo " in lui " l'amore che Dio ha per noi " (4,16). L'Antico Testamento aveva potuto presentire che l'amore , essendo il grande comandamento ed il valore supremo , doveva essere la definizione più esatta di Dio (Es 34,6) . Ma si trattava ancora di un linguaggio creato dall'uomo , di immagini da trasporre . In Gesù Cristo , Dio stesso ci dà la prova decisiva , esente da ogni equivoco , che l'evento al quale è sospeso il destino del mondo è un atto del suo amore . Consegnando alla morte per noi " il suo Figlio diletto " (Mc 1,11) , Dio ci ha dimostrato che il suo atteggiamento definitivo verso di noi è di " amare il mondo " (Gv 3,16) e che , con questo atto supremo e irrevocabile , ci ama dello stesso amore con cui ama il suo Figlio unico , e i rende capaci di amarlo dell'amore che gli porta il Figlio suo , ci fa dono dell'amore che unisce il Padre ed il Figlio e che è il loro Spirito Santo .
Il Dio di Gesù Cristo è il Padre suo , e Gesù , quando si rivolge a lui , lo a con la familiarità e lo slancio del figlio :" Abba " . Ma è pure il suo Dio , perché il Padre , possedendo la divinità senza riceverla da nessun altro , la dona tutta intera al Figlio che genera da tutta l'eternità ed allo Spirito Santo nel quale entrambi si uniscono . Così Gesù ci rivela l'identità del Padre e di Dio , del mistero divino e del mistero trinitario .
Spirito di Dio , Spirito di Cristo , Spirito di Amore (2)
Morto e risorto , Gesù fa alla Chiesa il dono del suo Spirito . Questo Spirito è lo Spirito di Gesù : fa ripetere gli atti di Gesù , fa annunziare la parola di Dio , fa ridire la preghiera di Gesù , fa perpetuare nella frazione del pane il ringraziamento di Gesù ; conserva tra i fratelli l'unione che raggruppava i discepoli attorno a Gesù .
Lo Spirito Santo - Spirito di Amore - è la forza che spinge la Chiesa nascente " fino all'estremità della terra " ; ora egli si impadronisce direttamente dei pagani , dimostrando in tal modo che è " effuso su ogni carne " , ora manda in missione coloro che sceglie , Filippo , Pietro , Paolo e Barnaba . Ma non si trova soltanto al punto di partenza : accompagna e guida l'azione degli apostoli , dà alle loro decisioni la sua autorità . Se la parola " cresce e si moltiplica " , la sorgente interna di questo slancio nella gioia è lo Spirito .
La nuova creazione nato dallo Spirito - di Amore - è la Chiesa . Chiesa e Spirito sono inseparabili : l'esperienza dello Spirito avviene nella Chiesa e dà accesso al mistero della Chiesa . I carismi sono tanto più preziosi , in quanto contribuiscono più efficacemente ad edificare la Chiesa (I Cor 12/7) ed a consacrare il tempio di Dio (I Cor 3,16 ; Ef 2,22) . Rinnovando incessantemente la sua azione ed i suoi doni , lo Spirito - di Amore - lavora costantemente all'unità del corpo di Cristo . Spirito di comunione , che effonde nei cuori il dono supremo della carità , egli raccoglie tutti i credenti nella sua unità .
Amore del prossimo : carità (3)
Prima della venuta di Cristo il giudaismo approfondisce la natura dell'amore fraterno . Nell'amore del prossimo si include l'avversario giudeo , persino il nemico pagano . Si scopre che amare significa prolungare l'azione divina : " Come il Santo - sia egli benedetto ! - riveste coloro che sono nudi , consola gli afflitti , seppellisce i morti , così anche tu rivesti coloro che sono nudi , visita gli ammalati , ecc. " . Era quindi facile stabilire il legame tra i due comandamenti d'amore per Dio e per il prossimo ; è quel che fece un giorno uno scriba rivolgendosi a Gesù ( Lc 10,26 s) .
Da un capo all'altro del Nuovo Testamento l'amore del prossimo appare indissociabile dall'amore di Dio : i due comandamenti sono il vertice e la chiave della legge ; la carità fraterna è la realizzazione di ogni esistenza morale , è in definitiva l'unico comandamento : " Chi non ama il fratello che vede , non può amare quel Dio che non vede " ( 1 Gv 4,20 ) . Non si potrebbe affermare meglio che , in sostanza , non c'è che un solo amore .
L'amore del prossimo è quindi essenzialmente religioso ; non è una semplice filantropia . Anzitutto è religioso per il suo modello : imitare l'amore stesso di Dio . Poi e soprattutto per la sua sorgente , perché è l'opera di Dio in noi : come potremmo essere misericordiosi come il Padre celeste , se il Signore non ce lo insegnasse , se lo Spirito non lo effondesse nei nostri cuori (Rm 5,5; 15,30) ?
La carità cristiana , soprattutto dai sinottici e da Paolo , è vista ad immagine di Dio , che dona gratuitamente il Figlio suo per la salvezza di tutti gli uomini peccatori , senza merito alcuno da parte loro . Essa è quindi universale , e non lascia nessuna barriera sociale o razziale , non disprezza nessuno ; più ancora , esige l'amore dei nemici .
L'amore ha come espressione il perdono senza limiti (Mt 18,21 s) , la pazienza , il rendere bene per male (Rm 12,14-21) . Per tutti è una mutua schiavitù (Gal 5,13) , in cui l'uomo rinunzia a se stesso .
Nel suo " inno alla carità " (1 Cor 13) , Paolo manifesta la natura e la grandezza dell'amore . Senza trascurare affatto le sue esigenze quotidiane , egli afferma che , senza la carità , nulla ha valore , che solo essa sopravviverà a tutto : amando come Cristo , noi viviamo già una realtà divina ed eterna , per mezzo della quale la Chiesa è edificata e l'uomo diventa perfetto per il giorno del Signore .
L'amore nel Vangelo di Giovanni (4)
E' risaputo che Giovanni , nei discorsi di addio del vangelo (cc. 13-17) e nella 1Gv , ha approfondito quanto nessun altro nel NT la riflessione sull'amore . Qui si cercherà di cogliere sinteticamente le linee principali .
a. Dio è amore - Il punto di partenza della teologia giovannea è senz'altro teocentrico : in primo piano sta la rivelazione di Dio mediante Cristo . Questi ci ha fatto penetrare nell'inaccessibilità divina : " Dio non lo ha mai veduto nessuno : l'unico Figlio , che vive nel seno del Padre , lui ce ne ha dato notizia " (Gv 1,18) . Si tratta di un Dio che si è piegato per amore verso il mondo : " Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo , l'unigenito , perché chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna " (Gv 3,16) . Che l'invio del Figlio costituisca la suprema manifestazione dell'amore del Padre lo testimonia chiaramente anche la 1Gv : " In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi : Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo , perché noi avessimo la vita per lui . In questo sta l'amore : non siamo stati noi ad amare Dio , ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati " (4,9-10) . Giovanni però non si ferma a questo dato , conosciuto già dalla tradizione cristiana primitiva ed evidenziato in modo particolare da Paolo . Giunge a dire che Dio è per definizione amore (1Gv 4,16) . Dalla manifestazione storica è dunque risalito a scandagliare l'essere profondo del Padre , scoprendo che l'amore da lui rivelato nella storia rappresenta non un aspetto periferico della sua personalità , né un additivo complementare , ma la qualifica ontologica di fondo . Nel suo agire storico-salvifico egli si rivela per quello che è : amore , nient'altro che amore , totalmente amore . In noi tra quello che siamo e il fatto di amare esiste sempre una distanza , riducibile ma sempre incolmabile . Nel Dio di Gesù Cristo invece c'è perfetta adeguazione tra essere e amare . A questa rivelazione corrisponde nell'uomo la fede cristiana come conoscenza di Dio in quanto amore . Non si tratta però di una acquisizione puramente intellettuale . Di fatto nella sua prima lettera Giovanni mette in rilievo il " noi " ecclesiale che fa esperienza di questa realtà divina : " Da questo abbiamo conosciuto l'amore : egli ha dato la sua vita per noi " (3,16) ; " Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi " (4,16) . Gli è che nella fede si dischiude ai cristiani il mondo dell'amore di Dio come ambito di esistenza nuova di figli amatissimi del Padre uniti al Figlio unigenito .
b. L'esigenza di vivere nell'amore - Da chi ha fatto l'impatto con la rivelazione di Dio come amore , ci aspetteremmo che Giovanni concluda logicamente a postulare amore per colui che per primo li ha amati . La sua deduzione , invece , è costantemente un'altra : dobbiamo amarci l'un l'altro : " Carissimi , amiamoci gli uni gli altri , perché l'amore è da Dio " (1Gv 4,7) ; " Carissimi , se Dio ci ha amato , anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri " (1Gv 4,11) . La stessa cosa è detta in rapporto all'amore di Gesù : " Da questo abbiamo conosciuto l'amore : egli ha dato la sua vita per noi ; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli " (1Gv 3,16) . L'intento dell'apostolo deve essere colto in tutta la sua profondità . La rivelazione divina non è riducibile a pura notificazione . Significa invece il farsi presente nella carne di Cristo della realtà divina dell'amore . Credendo i cristiani vi partecipano , ne fanno esperienza , assumono nella loro vita il suo dinamismo . Giovanni dice chiaramente che l'amore viene da Dio (1Gv 4,7) . Esso ha la sua fonte ineusaribile e infinita nel seno del Padre ; di qui si effonde su Cristo , il Figlio prediletto , e si comunica ai credenti , che ne risultano presi . Accogliere la rivelazione divina non significa dunque soltanto ritenere per vero che Egli ci ama ed è per definizione amore , ma anche aprire le porte della nostra esistenza al dono divino dell'amore . Ed è su questa partecipazione per grazia alla realtà che costituisce l'essere di Dio e la spinta del suo agire , che s'innesta l'esigenza e il comandamento di amare il prossimo . Animati dallo stesso amore di Dio i credenti sono per ciò stesso chiamati a farne concretamente la logica del proprio agire e del proprio rapportarsi agli altri . In una parola : rivelandosi il Padre partecipa a noi il suo amore e vuole che esso animi di fatto la nostra esistenza . L'amore ha il suo epicentro nella profondità del Padre e si allarga a coinvolgere Cristo e in Cristo noi . La dinamica della rivelazione cristiana è che la donazione di Dio al mondo produca nella fede donazione reciproca tra gli uomini .
c. Il comandamento di Gesù - Ora possiamo comprendere meglio in quale prospettiva si ponga la parola imperativa di Cristo , su cui Giovanni insiste : " Vi do un comandamento nuovo : come io ho amato voi , così voi amatevi a vicenda " (Gv 13,34) ; " Ecco il mio comandamento : che vi amiate reciprocamente come io ho amato voi " (Gv 15,12) ; " Carissimi , non vi scrivo un nuovo comandamento , a un comandamento antico , che avete ricevuto fin dall'inizio . Il comandamento antico è la parola che avete udito . E tuttavia è un comandamento nuovo quello di cui vi scrivo , il che è vero in lui e in voi , perché le tenebre stanno diradandosi e la vera luce già risplende " (1Gv 2,7-8) . Il rivelatore dell'essere profondo e dell'agire storico di Dio non può essere solo il portatore del lieto annunzio che il Padre ama il mondo ; neppure egli può limitarsi ad essere segno concreto dell'amore divino , ma dovrà manifestare l'esigenza divina insita nel dinamismo della rivelazione , cioè la compromissione dei credenti . E siccome la misura reale e concreta dell'amore divino rivelato agli uomini è rappresentata dalla sua persona e dalla sua vicenda storica culminante nella morte , si capisce che i credenti sono compromessi ad amare come lui ha amato , cioè fino a far getto della vita : " Nessuno ha amore più grande di ci dà la vita per i suoi amici " (Gv 15,13) ; " Egli ha dato la sua vita per noi ; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli " (1Gv 3,16) . Il comandamento appare così nuovo , perché ha come metro di paragone l'amore oblativo di Gesù . Ciò tuttavia non contrasta con l'altra qualifica di " antico " , che vuol dire soltanto come esso faccia parte della primitiva tradizione cristiana trasmessa ai membri della comunità : " Poiché questo è il messaggio che avete udito fin dall'inizio : che ci amiamo gli uni gli altri " (1Gv 3,11) . E' facile concludere che non solo l'indicativo (= Dio è amore ) , ma anche l'imperativo ( = amiamoci gli uni gli altri ) fa parte di diritto ed essenzialmente della rivelazione cristiana . Un imperativo però che si fonda sull'indicativo , da cui trae la sua ragione d'essere e ne risulta commisurato . Soprattutto viene evidenziato con forza il rapporto strettissimo tra fede e carità . Questa trova il suo senso più vero nella prospettiva della rivelazione del Padre in Gesù Cristo . Amare con l'amore del Padre e come Gesù ci ha amato costituisce lo specifico dell'amore cristiano . Non altrimente si esprime lo stesso Giovanni : " Figlioli , non amiamo a parole né con la lingua , ma coi fatti e nella verità " (1Gv 3,18) , dove " verità " indica la rivelazione divina fatta nostra nella fede , interiorizzata dal credente . L'amore cristiano prorompe dall'adesione di fede al Padre rivelatoci in Cristo . E' carità nella fede .
d. Chi ama Dio ama anche il fratello - Già l'insegnamento di Gesù di Nazaret aveva collegato strettamente i due comandamenti dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo . Giovanni vi insiste con forza e ripetutamente . Soprattutto mostra con chiarezza il motivo profondo della loro inseparabilità . Si è detto che il Padre rivelandosi si rende presente nella storia con la carica del suo amore e con la sua esigenza di comprometterci totalmente . Credendo noi vi aderiamo con libera scelta e facciamo nostra la sua esigenza . Tale adesione impegnativa Giovanni la chiama amore . Sulla scia della teologia deuteronomistica anch'egli definisce l'amore per Dio in termini di obbedienza . Ne consegue che amare il Dio della rivelazione cristiana comporterà necessariamente e indissolubilmente amarci gli uni gli altri : " Questo è il comandamento che abbiamo da lui : chi ama Dio , ami anche il suo fratello " (1Gv 4,21) ; " Se uno dicesse : Io amo Dio , e odiasse il fratello , è un mentitore " (1Gv 4,20) ; " Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore , come può dimorare in lui l'amore di Dio ? " (1Gv 3,17) . Non c'è confusione , né riduzione dell'uno all'altro , ma connessione inscindibile . Dice molto bene Bultmann : " I due comandamenti : amare Dio e amare il prossimo , non sono identici , così che l'amore del prossimo sia senz'altro l'amore di Dio . Questo malinteso può affiorare soltanto quando si comprende in senso filantropico l'amore del prossimo , quando si vede nell'uomo un valore a sé , qualcosa di divino . Si è perduto veramente allora il rapporto con Dio sostituendolo con il rapporto con l'uomo : non si può amare Dio , dunque si amano gli uomini e così appunto si ama Dio ! No ! Al contrario il massimo comandamento è questo : Amare Dio , sottomettere nell'obbedienza la propria volontà alla volontà divina . Ed è questo primo comandamento che determina il significato del secondo . In questo senso : l'atteggiamento che io prendo di fronte al prossimo è determinato dall'atteggiamento che io assumo davanti a Dio : come persona obbediente a Dio , la quale vince la propria egoistica volontà e rinuncia alle pretese del suo io , io mi metto di fronte al prossimo , pronto al sacrificio tanto per Dio come per il prossimo . E inversamente il secondo comandamento determina il significato del primo ; amando il prossimo io confermo la mia obbedienza verso Dio (...). Come posso amare il prossimo solo se abbandono totalmente la mia volontà alla volontà di Dio , così posso amare Dio soltanto se voglio ciò che egli vuole , amando veramente il prossimo " .
e. La comunione con il Padre e con il suo Figlio Gesù Cristo - Si sa che l'intento di Giovanni nella sua prima lettera è di indicare i criteri conoscitivi e costitutivi della comunione con Dio . In ultima analisi essi si riducono alla fede e alla carità , o ancor meglio all'amore radicato nell'adesione di fede . Se Dio è amore - e tale appare nella rivelazione - non può sussistere alcun dubbio in proposito : " Dio è amore ; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui " (4,16) . Giovanni usa altre espressioni per significare la stessa realtà salvifica , di cui la carità è elemento costitutivo : " dimorare nella luce " , " essere da Dio " , " passare dalla morte alla vita " , " nascere da Dio " , " conoscere Dio " . S'impone qui la lettura diretta dei passi più significativi : " Chi ama suo fratello , dimora nella luce (...). Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre " (2,10-11) ; " Chi non pratica la giustizia non è da Dio , né lo è chi non ama il suo fratello " (3,10) ; " Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita , perché amiamo i fratelli . Chi non ama rimane nella morte " (3,14) ; " Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio . Chi non ama non ha conosciuto Dio , perché Dio è amore " (4,7-8) . In altre parole , la salvezza dell'uomo non si trova altrove , né consiste in altra cosa . E' sulla via dell'amore che giungiamo all'autenticità della nostra esistenza . Siamo vivi in senso vero soltanto amando i fratelli come Cristo ci ha amato e con lo stesso amore del Padre . Giaciamo invece nella morte se siamo estranei all'amore . Allo stesso modo , ma sul versante teologico , è l'amore dei fratelli che determina la verità della nostra conoscenza di Dio . In rapporto al Padre di Gesù Cristo teismo e ateismo umano trovano la loro esatta configurazione sulla base della presenza e assenza della carità fraterna .
Amare Dio e il prossimo come Gesù Cristo
" Amore Cristiano : significa amare Dio e il prossimo come Gesù Cristo ".
E' questa la definizione più semplice ed universale di " Amore Cristiano ". Tutte le altre possibili definizioni di amore cristiano derivano da questa. Ripetiamola nella sua chiarezza :
" Amore Cristiano : significa amare Dio e il prossimo come Gesù Cristo ".
Seguiranno ora alcuni spunti di riflessione sull'amore cristiano che spero siano sufficienti a delineare alcune caratteristiche essenziali del vero amore insegnatoci da Gesù Cristo a costo della sua vita , amando tutti noi fino alla morte in croce .
Partiamo da Giovanni che nel suo Vangelo e nella sua Prima Lettera ha espresso più di tutti gli altri del Nuovo Testamento la riflessione sull'amore cristiano. Le linee guida della sua esposizione sono le seguenti :
1) Dio è amore : si legge nel Vangelo "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo, l'unigenito, perché chiunque crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16) ; e nella Prima Lettera "In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati" (1Gv 4,9-10) ; e ancora "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi" (1Gv 3,16) , "Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi" (1Gv 4,16) , da ciò si evince che Dio è amore e che nella fede si genera nel cuore dei cristiani l'amore di Dio.
2) L'esigenza di vivere nell'amore : dalla rivelazione dell'amore di Dio si passa all'amore reciproco con gli altri "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio" (1Gv 4,7) ; "Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri" (1Gv 4,11) ; e in riferimento all'amore di Gesù "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli" (1Gv 3,16) ; amore cristiano pertanto significa rendersi partecipi nella fede dell'essere di Dio che è amore e che ci è stato rivelato dal suo figlio prediletto Gesù Cristo. L'amore di Dio per il mondo si riflette nei credenti come amore per il prossimo.
3) Il comandamento di Gesù : l'amore cristiano si chiarisce nel nuovo comandamento formulato da Gesù "Vi do un comandamento nuovo: come io ho amato voi, così voi amatevi a vicenda" (Gv 13,34) ; "Ecco il mio comandamento: che vi amiate reciprocamente come io ho amato voi" (Gv 15,12) ; "Nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici" (Gv 15,13) . In Cristo tutta l'umanità entra nel piano salvifico di Dio, si predispone a ricevere la luce dello Spirito Santo, partecipa dell'amore di Dio.
4) Chi ama Dio ama anche il fratello : Il Padre rivelandosi nel Figlio come puro amore per il mondo coinvolge tutta l'umanità nell'amore reciproco , infatti scrive Giovanni "Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello" (1Gv 4,21) ; "Se uno dicesse: io amo Dio, e odiasse il fratello, è un mentitore" (1Gv 4,20) . Da ciò se ne deduce che l'amore cristiano si alimenta nell'amore verso Dio e nel compiere la sua volontà , tale volontà significa servizio verso il prossimo così come Gesù Cristo si è sacrificato per noi per servire la volontà del Padre : in tal senso la volontà di Dio è volontà d'amore.
5) La comunione con il Padre e con il suo Figlio Gesù Cristo : l'amore cristiano è radicato nell'adesione di fede , si legge in Giovanni "Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui" (1Gv 4,16) ; "Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte" (1Gv 3,14) ; "Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore" (1Gv 4,7-8). Solo con l'esperienza dell'amore cristiano la nostra vita diviene autentica , soltanto amando i nostri fratelli come Cristo ci ha amato e con lo stesso amore del Padre saremo al servizio della verità.
Concludiamo la riflessione giovannea con un aspetto fondamentale dell'amore cristiano : la gratuità dell'amore divino . "In questo sta l'amore: non noi amammo Dio, ma egli amò noi e inviò il Figlio suo ad espiare per i nostri peccati" (1Gv 4,10) ; "Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio, l'unigenito, affinché ognuno che crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). Noi rendendoci partecipi dell'amore di Dio nei confronti del prossimo diventeremo testimoni della gratuità del suo amore.
Affrontiamo ora più in dettaglio un aspetto dell'amore cristiano in riferimento alla " pratica della Carità fraterna ". Illuminante a riguardo è il "Diario Spirituale" di anonimo pubblicato a Napoli nel 1843.
La pratica della Carità fraterna si può suddividere in tre modalità così come descritto nel Diario Spirituale :
1) Pratica della Carità fraterna ne' pensieri :
Non formar mai cattivo concetto di veruno . Cioè non ammettere giudizj , sospetti , riflessioni , o altri pensieri , che tirino a toglierti , o sminuirti in qualche modo la buona opinione del tuo prossimo . Chi giudica male del prossimo , dicea S. Francesco di Sales , è simile alla sanguisuga , che cava dal corpo il sangue più marcioso , lasciandone il puro , né vi è contrassegno più infallibile di un'Anima viziosa , che l'inclinazione di giudicare , e parlar male de' prossimi . Di quà nascono i primi raffreddamenti della Carità . E molti non arrivano mai all'acquisto di essa , per non esser vigilanti in questo quanto conviene . E' comune sentimento de' Santi , di non impicciarsi ne' fatti altrui senza gran necessità , ma o interpretarli in bene , o sospendere almeno il giudizio , e lasciarli come stanno innanzi al Signore .
2) Pratica della Carità fraterna nelle parole :
Non mormorare mai di nessuno , incolpandolo a torto , scoprendo , aggravando , o rammemorando i suoi difetti , ancorché pubblici ; né sentirne ragionar volentieri , o inducendo altri a ragionare , o anche scoprendo i sinistri giudizj e sospetti , che avessi da lui , e discorrendone in qualunque altra maniera , che possa oscurare , o sminuire anche leggermente la di lui fama .
3) Pratica della Carità fraterna nelle opere :
Il bene , che fai , fallo con buono modo . Onde quando vorrai sopportare alcuno , compatirlo , sovvenirlo , condiscendergli , concedergli , o negargli qualche cosa ; t'hai da studiare di farlo sempre con buon modo ; cioè con volto gioviale , con parole affabili , e con espressioni cordiali e sincere , dalle quali colui venga a conoscere , che quel bene , che gli fai , glielo fai di buon cuore . Questo è quel che si dice il fiore della Carità , il quale fa , ch'ella si renda soprammodo accetta , ed incateni i cuori di tutti . Vale più , e comunemente si fa più conto del buon modo , con cui si fa il servizio , che non dello stesso servizio , talmente che anche le medesime negative piacciono quanto son date con buon modo .
Concludo la breve argomentazione sulla "pratica della Carità fraterna" come attività essenziale e fondante l'amore cristiano con questa ultima citazione dal Diario Spirituale :
Se vuoi un ottimo mezzo per praticar sempre e con facilità la Carità fraterna , hai da piantare bene nel tuo cuore due massime , e con esse regolarti nelle occorrenze , e sono le seguenti :
I - FARE AGLI ALTRI QUELLO CHE UNO VORREBBE CHE FOSSE FATTO A SE .
II - TUTTO QUELLO CHE SI FA AGLI UOMINI , SI FA ALLO STESSO DIO .
Il modo di servirsi di esse è questo . Ogni volta che si presenta l'occasione di praticare la Carità verso d'alcuno , dir tra se stesso : Se ti trovassi ai piedi di costui , come vorresti essere trattato ? Avresti a caro che uno ti facesse questo ? ovvero : Se vedessi Cristo posto nel caso di costui , che faresti ? Avverti , che quello che fai a quegli , lo fai a Dio , di cui , quello è un'immagine .
Articoliamo ora meglio la relazione intercorrente nell'amore cristiano tra l'amore verso Dio e l'amore verso il prossimo.
In tutto il Nuovo Testamento l'amore del prossimo appare indissociabile dall'amore di Dio , sempre nel Vangelo di Giovanni si legge "Chi non ama il fratello che vede, non può amare quel Dio che non vede" (1Gv 4,20) . Da ciò se ne deduce che esiste per l'amore cristiano un solo comandamento ed un solo amore. L'amore verso il prossimo è l'essenza dell'amore cristiano , in esso si rivela il vero amore inteso come imitazione dell'amore stesso di Dio. Come Dio in Cristo suo Figlio ha amato il prossimo così il cristiano credente ama il proprio fratello , manifestando che in lui questo vero amore cristiano è generato dallo Spirito di Dio.
L'amore cristiano , inteso dunque ad immagine di Dio che dona gratuitamente il proprio Figlio per la salvezza dei peccatori , si pone con una caratteristica di universalità ed integralità , scavalcando qualsiasi barriera razziale o sociale nel rispetto assoluto della persona , estendendosi paradossalmente anche ai nemici ed ai propri persecutori.
Da ciò ne deriva un altro aspetto fondamentale dell'amore cristiano : il perdono senza limiti (Mt 18,21s) . Il cristiano è pronto a perdonare di cuore al proprio fratello il torto subito , così come il Padre con la sua misericordia divina perdona a noi i nostri peccati . Anche qui nel rapporto con il prossimo si manifesta il vero amore cristiano ad imitazione dell'amore di Dio.
L'amore cristiano è paziente , è umile , rende bene per male (Rm 12,14-21) , il credente rinunzia al suo egoismo per vivere al servizio del prossimo e della volontà di Dio. Nel suo "inno alla carità" intesa come vero amore cristiano Paolo scrive "La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta , non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (1 Cor 13). Scrive anche che senza l'amore cristiano nulla ha valore , che solo la carità sopravvivrà e che noi amando come Cristo ci renderemo già partecipi di una realtà divina eterna , edificando la Chiesa e preparandoci per l'unione con il prossimo in Dio.
Infine un breve accenno all'amore cristiano come riflesso dell'amore intratrinitario , ovvero amore cristiano come immagine dell'amore tra le tre persone divine della Santissima Trinità : il Padre , il Figlio e lo Spirito Santo , amore che risulta comprensibile nell'attuarsi della sua missione e opera. A tal riguardo concludo con una citazione dal Catechismo della Chiesa Cattolica , dove si parla della Professione di Fede :
257 « O lux, beata Trinitas et principalis Unitas – O luce, Trinità beata e originaria Unità! ». 317 Dio è eterna beatitudine, vita immortale, luce senza tramonto. Dio è amore: Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio liberamente vuole comunicare la gloria della sua vita beata. Tale è il disegno della « sua benevolenza » (Ef 1,9), disegno che ha concepito prima della creazione del mondo nel suo Figlio diletto, « predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo » (Ef 1,5), cioè « ad essere conformi all'immagine del Figlio suo » (Rm 8,29), in forza dello « Spirito da figli adottivi » (Rm 8,15). Questo progetto è una « grazia che ci è stata data... fin dall'eternità » (2 Tm 1,9) e che ha come sorgente l'amore trinitario. Si dispiega nell'opera della creazione, in tutta la storia della salvezza dopo la caduta, nella missione del Figlio e in quella dello Spirito, che si prolunga nella missione della Chiesa. 318
258 Tutta l'Economia divina è l'opera comune delle tre Persone divine. Infatti, la Trinità, come ha una sola e medesima natura, così ha una sola e medesima operazione. 319 « Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono tre principi della creazione, ma un solo principio ». 320 Tuttavia, ogni Persona divina compie l'operazione comune secondo la sua personale proprietà. Così la Chiesa rifacendosi al Nuovo Testamento 321 professa: « Uno infatti è Dio Padre, dal quale sono tutte le cose; uno il Signore Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose; uno è lo Spirito Santo, nel quale sono tutte le cose ». 322 Le missioni divine dell'incarnazione del Figlio e del dono dello Spirito Santo sono quelle che particolarmente manifestano le proprietà delle Persone divine.
259 Tutta l'economia divina, opera comune e insieme personale, fa conoscere tanto la proprietà delle Persone divine, quanto la loro unica natura. Parimenti, tutta la vita cristiana è comunione con ognuna delle Persone divine, senza in alcun modo separarle. Chi rende gloria al Padre lo fa per il Figlio nello Spirito Santo; chi segue Cristo, lo fa perché il Padre lo attira 323 e perché lo Spirito lo guida. 324
260 Il fine ultimo dell'intera economia divina è che tutte le creature entrino nell'unità perfetta della Beatissima Trinità. 325 Ma fin d'ora siamo chiamati ad essere abitati dalla Santissima Trinità. Dice infatti il Signore: « Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui » (Gv 14,23):
« O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi completamente, per stabilirmi in te, immobile e serena come se la mia anima fosse già nell'eternità; nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da te, o mio Immutabile, ma che ogni minuto mi porti più addentro nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima; fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla tua azione creatrice ». 326 S.Elisabetta della Trinità.
Fonti testo :
Scritti e appunti dell'autore Carlo Sarno .
La Bibbia della CEI , edizioni Marietti , Torino , 1980 .
Nuovo Dizionario di Teologia , a cura di Giuseppe Barbaglio e Severino Dianich , ed. Paoline , Torino , 1985 .
Catechismo della Chiesa Cattolica : www.vatican.va
DIARIO SPIRITUALE , di autore anonimo , Tipografia Paci , Napoli , 1843 . Il testo completo è su ARTCUREL
DIARIO SPIRITUALE , di autore anonimo , Tipografia Paci , Napoli , 1843 . Il testo completo è su ARTCUREL
Riferimenti bibliografici :
(1) J. Guillett , brano tratto dalla voce ' Dio ' del dizionario teologico-biblico , appendice della Bibbia della CEI , ed. Marietti .
(2) J. Guillett , brano tratto dalla voce ' Spirito di Dio ' del dizionario teologico-biblico , appendice della Bibbia della CEI , ed. Marietti .
(3) A. George e P. Grelot , brano tratto dalla voce ' Carità ' del dizionario teologico-biblico , appendice della Bibbia della CEI , ed. Marietti .
(4) G. Barbaglio , brano tratto dalla voce " Carità " del Nuovo Dizionario di Teologia , ed. Paoline .
(1) J. Guillett , brano tratto dalla voce ' Dio ' del dizionario teologico-biblico , appendice della Bibbia della CEI , ed. Marietti .
(2) J. Guillett , brano tratto dalla voce ' Spirito di Dio ' del dizionario teologico-biblico , appendice della Bibbia della CEI , ed. Marietti .
(3) A. George e P. Grelot , brano tratto dalla voce ' Carità ' del dizionario teologico-biblico , appendice della Bibbia della CEI , ed. Marietti .
(4) G. Barbaglio , brano tratto dalla voce " Carità " del Nuovo Dizionario di Teologia , ed. Paoline .
