Antoni Gaudi (1852-1926)


ANTONI GAUDI (1852-1926)
maestro dell'Architettura Organica Cristiana come lode e gloria a Dio



 


Antoni Gaudí i Cornet è il maggiore esponente della architettura organica cristiana, nacque il 25 giugno 1852 a Reus, nelle vicinanze di Tarragona. Studiò a Reus e a Barcellona e sin dal 1869 si interessò di restauro, collaborando con vari architetti spagnoli e studiando l’opera di Viollet-le-Duc.
Del 1878 è la sua prima costruzione, la casa Vincens a Barcellona, in cui si notano influssi delle architetture gotiche e moresche e il suo gusto per l’esuberante decorazione, ancor più evidenti nella successiva costruzione, il palazzo Guëll (1885-1889), anch’esso a Barcellona, grandioso complesso, oggi in parte modificato.
Nel 1883 iniziò i lavori della chiesa della Sagrada Familia, sempre a Barcellona, che è il suo capolavoro, rimasto incompiuto poichè delle dodici torri previste, solo quattro furono compiute. L’edificio è una geniale espressione di architetura organica cristiana, dove i riferimenti epocali agli stili neogotico e floreale sono inglobati in una concezione materico-strutturale dove la verità della natura incontra la sovrastorica verità della fede in Cristo e nel mistero della Chiesa.
Attualmente è in corso il completamento della chiesa della Sagrada Familia che si prevede per il 2026 (centenario della morte di Gaudi).
Progettò quindi la villa El Capricho a Comillas (1883-1885), costruì il già ricordato palazzo Guëll e il collegio delle Teresine a Barcellona, l’arcivescovado di Astorga, la Casa de los Botines (1892-1894) e la cappella Guëll a Santa Coloma, notevole per l’uso delle vetrate e delle maioliche colorate e per le originali soluzioni strutturali. La maiolica ebbe poi vasto impiego nel parco Guëll a Barcellona, opera famosa per la sua attraente originalità; qui l’architetto abitò fino alla morte, che avvenne il 10 giugno  1926. Morì investito da un tram, lasciando incompiute molte opere.
Ultime sue opere furono i lavori di restauro per la cattedrale di Maiorca, la costruzione della villa di Bellesguard (1900-1902) e delle case Batllò e Milà a Barcellona, ove prevalgono ritmi ondulati.
In tutte le sue opere Gaudi dimostra ed esprime un sapiente utilizzo delle proprietà naturali dei materiali nelle loro capacità statiche, espressive e cromatiche. La Natura è per lui un libro aperto che rivela la Verità e che occorre conoscere per realizzare una armoniosa e significativa architettura organica cristiana, integrata alla vita e all'amore creativo di Dio. La fede cristiana è stata sempre per Gaudi un principio fondamentale da trasmettere con i mezzi espressivi dell'architettura a lode e gloria di Dio.
Dal 14 aprile 2025 Papa Francesco ha promulgato la Venerabilità del Servo di Dio Antoni Gaudi: fedele laico; mosso dall’anelito di unione con il Signore, condusse una buona vita spirituale e morale al di sopra dell’ordinario, con qualche tratto di vita mistica. Fu un cristiano convinto e praticante, assiduo ai sacramenti, che offriva a Dio i frutti del proprio lavoro inteso come missione per far conoscere e avvicinare il popolo a Dio e fece dell’arte un inno di lode al Signore.




Pensieri di Antoni Gaudì :

"...La bellezza è l'ultima parola che l'intelletto pensante possa osare di pronunciare, perché non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto... questa è la bellezza disinteressata alla quale non osiamo più credere, una bellezza che esige per lo meno altrettanto coraggio e forza di decisione della verità e della bontà..."

"...La creazione continua incessantemente attraverso la mediazione degli uomini; l'uomo non crea: scopre e parte da questa scoperta. Chi cerca le leggi della natura per conformare ad esse opere nuove collabora con il Creatore. Chi copia non collabora. Per questo motivo, l'originalità consiste nel tornare alle origini..."

"...La Bellezza è lo splendore della Verità; senza Verità non c'è arte. Per trovare la Verità bisogna conoscere bene gli esseri del Creato...l'amore per la Verità deve essere superiore a qualsiasi altro..."

"...L'Architettura crea l'organismo e perciò deve avere una legge in armonia con quelle di natura..."

"...Se volete fare un buon lavoro dovete avere prima di tutto l'amore, e poi la tecnologia e l'abilità..."

"...L'uomo senza religione è un uomo spiritualmente mancato, un uomo mutilato..."

"...La Chiesa non smette di costruire e per questo il suo capo è il Pontefice - che significa costruttore di ponti -; le chiese sono dei ponti per giungere alla Gloria..."

"...La Chiesa si serve di tutte le arti, spaziali (architettura, scultura, pittura, oreficeria...) e temporali (poesia, canto, musica...); la liturgia ci insegna l'estetica più raffinata..."

"...Non bisogna confondere la povertà con la miseria. La povertà genera eleganza e bellezza; la ricchezza genera opulenza e complicazioni, che non possono essere belle..."

"...L'architettura è la madre delle arti plastiche. La scultura e la pittura hanno bisogno della prima. Tutta la sua eccellenza deriva dalla luce. L'architettura è l'ordinamento della luce; la scultura è un gioco di luce; la pittura è la riproduzione della luce mediante i colori, i quali sono la scomposizione della luce stessa..."

"...L'architettura è arte: la meccanica è lo scheletro, ma le manca la carne che le conferisce armonia, ossia la forma che la avvolge, e una volta ottenuta l'armonia avrà arte..."

"...L'architetto è l'uomo della sintesi. Capace di vedere le cose nel loro insieme prima ancora di realizzarle, egli situa e armonizza gli elementi nel loro rapporto plastico e li pone alla giusta distanza. In questa intuizione previa sono già delineate la qualità statica e il senso policromo dell'opera.."

"...La qualità essenziale dell'opera d'arte è l'armonia: nelle opere plastiche nasce dalla luce, che dà rilievo, decora."

"...Il grande libro sempre aperto e che occorre sforzarsi di leggere è quello della Natura...Esistono due rivelazioni: una è quella dottrinale della Morale e della Religione; l'altra è quella che si basa sui fatti, quella del grande libro della Natura..."

"...(nella Sagrada Familia) che le volte siano dei paraboloidi iperbolici, e questo per molte ragioni. Si tratta di un manifico simbolo della Santissima Trinità, perchè sono formati da due generatrici rette, e infinite, e da una terza generatrice, anch'essa retta e infinita, che poggia sulle altre due: il Padre e il Figlio, uniti dallo Spirito Santo; tutti e tre ugualmente infiniti..."

"...Il Tempio della Sagrada Familia è fatto dal popolo, che vi trova riflesso il proprio modo di essere. E' un'opera affidata alle mani di Dio e alla volontà del popolo. Vivendo con il popolo e rivolgendosi a Dio, l'architetto realizza il proprio lavoro. E' la Provvidenza che, secondo i suoi alti disegni, porta a termine l'opera..."



Chiesa della Sagrada Familia, Barcellona, di Antoni Gaudi



SANTA MESSA CON DEDICAZIONE
DELLA CHIESA DELLA SAGRADA FAMILIA E DELL’ALTARE

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Barcelona
Domenica, 7 novembre 20
10


Amatissimi fratelli e sorelle nel Signore.
“Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete… La gioia del Signore è la vostra forza” (Ne 8,9-11). Con queste parole della prima lettura che abbiamo proclamato desidero salutare tutti voi che siete qui presenti per partecipare a questa celebrazione. Rivolgo un affettuoso saluto alle Loro Maestà i Reali di Spagna, che hanno voluto cordialmente unirsi a noi. Il mio grato saluto va al Signor Cardinale Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo di Barcellona, per le parole di benvenuto e il suo invito per la dedicazione di questa chiesa della Sacra Famiglia, meravigliosa sintesi di tecnica, di arte e di fede. Saluto anche il Cardinale Ricardo María Carles Gordó, Arcivescovo emerito di Barcellona, gli altri Signori Cardinali e Fratelli nell’Episcopato, specialmente il Vescovo ausiliare di questa Chiesa particolare, così come i numerosi sacerdoti, diaconi, seminaristi, religiosi e fedeli che partecipano a questa solenne celebrazione. Nello stesso tempo, rivolgo il mio deferente saluto alle Autorità Nazionali, Regionali e Locali, così come ai membri di altre comunità cristiane, che si uniscono alla nostra gioia e lode grata a Dio.
Questo giorno è un punto significativo in una lunga storia di aspirazioni, di lavoro e di generosità, che dura da più di un secolo. In questi momenti, vorrei ricordare ciascuna delle persone che hanno reso possibile la gioia che oggi pervade tutti noi: dai promotori fino agli esecutori di quest’opera; dagli architetti e muratori della stessa, a tutti quelli che hanno offerto, in un modo o nell’altro, il loro insostituibile contributo per rendere possibile la progressiva costruzione di questo edificio. E ricordiamo, soprattutto, colui che fu anima e artefice di questo progetto: Antoni Gaudí, architetto geniale e cristiano coerente, la cui fiaccola della fede arse fino al termine della sua vita, vissuta con dignità e austerità assoluta. Quest’evento è anche, in qualche modo, il punto culminante e lo sbocco di una storia di questa terra catalana che, soprattutto a partire dalla fine del XIX secolo, diede una moltitudine di santi e di fondatori, di martiri e di poeti cristiani. Storia di santità, di creazioni artistiche e poetiche, nate dalla fede, che oggi raccogliamo e presentiamo come offerta a Dio in questa Eucaristia.
La gioia che provo nel poter presiedere questa celebrazione si è accresciuta quando ho saputo che questo edificio sacro, fin dalle sue origini, è strettamente legato alla figura di san Giuseppe. Mi ha commosso specialmente la sicurezza con la quale Gaudí, di fronte alle innumerevoli difficoltà che dovette affrontare, esclamava pieno di fiducia nella divina Provvidenza: “San Giuseppe completerà il tempio”. Per questo ora non è privo di significato il fatto che sia un Papa il cui nome di battesimo è Giuseppe a dedicarlo.
Cosa significa dedicare questa chiesa? Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, abbiamo innalzato un’immensa mole di materia, frutto della natura e di un incalcolabile sforzo dell’intelligenza umana, costruttrice di quest’opera d’arte. Essa è un segno visibile del Dio invisibile, alla cui gloria svettano queste torri, frecce che indicano l’assoluto della luce e di colui che è la Luce, l’Altezza e la Bellezza medesime.
In questo ambiente, Gaudí volle unire l’ispirazione che gli veniva dai tre grandi libri dei quali si nutriva come uomo, come credente e come architetto: il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della Liturgia. Così unì la realtà del mondo e la storia della salvezza, come ci è narrata nella Bibbia e resa presente nella Liturgia. Introdusse dentro l’edificio sacro pietre, alberi e vita umana, affinché tutta la creazione convergesse nella lode divina, ma, allo stesso tempo, portò fuori i “retabli”, per porre davanti agli uomini il mistero di Dio rivelato nella nascita, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. In questo modo, collaborò in maniera geniale all’edificazione di una coscienza umana ancorata nel mondo, aperta a Dio, illuminata e santificata da Cristo. E realizzò ciò che oggi è uno dei compiti più importanti: superare la scissione tra coscienza umana e coscienza cristiana, tra esistenza in questo mondo temporale e apertura alla vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza. Antoni Gaudí non realizzò tutto questo con parole, ma con pietre, linee, superfici e vertici. In realtà, la bellezza è la grande necessità dell’uomo; è la radice dalla quale sorgono il tronco della nostra pace e i frutti della nostra speranza. La bellezza è anche rivelatrice di Dio perché, come Lui, l’opera bella è pura gratuità, invita alla libertà e strappa dall’egoismo.
Abbiamo dedicato questo spazio sacro a Dio, che si è rivelato e donato a noi in Cristo per essere definitivamente Dio con gli uomini. La Parola rivelata, l’umanità di Cristo e la sua Chiesa sono le tre espressioni massime della sua manifestazione e del suo dono agli uomini. “Ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (1Cor 3, 10-11), dice san Paolo nella seconda lettura. Il Signore Gesù è la pietra che sostiene il peso del mondo, che mantiene la coesione della Chiesa e che raccoglie in ultima unità tutte le conquiste dell’umanità. In Lui abbiamo la Parola e la Presenza di Dio, e da Lui la Chiesa riceve la propria vita, la propria dottrina e la propria missione. La Chiesa non ha consistenza da se stessa; è chiamata ad essere segno e strumento di Cristo, in pura docilità alla sua autorità e in totale servizio al suo mandato. L’unico Cristo fonda l’unica Chiesa; Egli è la roccia sulla quale si fonda la nostra fede. Basati su questa fede, cerchiamo insieme di mostrare al mondo il volto di Dio, che è amore ed è l’unico che può rispondere all’anelito di pienezza dell’uomo. Questo è il grande compito, mostrare a tutti che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di costrizione, di concordia e non di discordia. In questo senso, credo che la dedicazione di questa chiesa della Sacra Famiglia, in un’epoca nella quale l’uomo pretende di edificare la sua vita alle spalle di Dio, come se non avesse più niente da dirgli, è un avvenimento di grande significato. Gaudí, con la sua opera, ci mostra che Dio è la vera misura dell’uomo, che il segreto della vera originalità consiste, come egli diceva, nel tornare all’origine che è Dio. Lui stesso, aprendo in questo modo il suo spirito a Dio, è stato capace di creare in questa città uno spazio di bellezza, di fede e di speranza, che conduce l’uomo all’incontro con colui che è la verità e la bellezza stessa. Così l’architetto esprimeva i suoi sentimenti: “Una chiesa [è] l’unica cosa degna di rappresentare il sentire di un popolo, poiché la religione è la cosa più elevata nell’uomo”.
Quest’affermare Dio porta con sé la suprema affermazione e tutela della dignità di ogni uomo e di tutti gli uomini: “Non sapete che siete tempio di Dio?... Santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1Cor 3, 16-17). Ecco qui unite la verità e la dignità di Dio con la verità e la dignità dell’uomo. Nel consacrare l’altare di questa chiesa, tenendo presente che Cristo è il suo fondamento, noi presentiamo al mondo Dio che è amico degli uomini, e invitiamo gli uomini ad essere amici di Dio. Come insegna l’episodio di Zaccheo, di cui parla il Vangelo odierno (cfr Lc 19,1-10), se l’uomo lascia entrare Dio nella sua vita e nel suo mondo, se lascia che Cristo viva nel suo cuore, non si pentirà, ma anzi sperimenterà la gioia di condividere la sua stessa vita, essendo destinatario del suo amore infinito.
L’iniziativa della costruzione di questa chiesa si deve all’Associazione degli Amici di san Giuseppe, che vollero dedicarla alla Sacra Famiglia di Nazaret. Da sempre, il focolare formato da Gesù, Maria e Giuseppe è stato considerato una scuola di amore, preghiera e lavoro. I patrocinatori di questa chiesa volevano mostrare al mondo l’amore, il lavoro e il servizio vissuti davanti a Dio, così come li visse la Sacra Famiglia di Nazaret. Le condizioni di vita sono profondamente cambiate e con esse si è progredito enormemente in ambiti tecnici, sociali e culturali. Non possiamo accontentarci di questi progressi. Con essi devono essere sempre presenti i progressi morali, come l’attenzione, la protezione e l’aiuto alla famiglia, poiché l’amore generoso e indissolubile di un uomo e una donna è il quadro efficace e il fondamento della vita umana nella sua gestazione, nella sua nascita, nella sua crescita e nel suo termine naturale. Solo laddove esistono l’amore e la fedeltà, nasce e perdura la vera libertà. Perciò, la Chiesa invoca adeguate misure economiche e sociali affinché la donna possa trovare la sua piena realizzazione in casa e nel lavoro, affinché l’uomo e la donna che si uniscono in matrimonio e formano una famiglia siano decisamente sostenuti dallo Stato, affinché si difenda come sacra e inviolabile la vita dei figli dal momento del loro concepimento, affinché la natalità sia stimata, valorizzata e sostenuta sul piano giuridico, sociale e legislativo. Per questo, la Chiesa si oppone a qualsiasi forma di negazione della vita umana e sostiene ciò che promuove l’ordine naturale nell’ambito dell’istituzione familiare.
Contemplando ammirato questo ambiente santo di incantevole bellezza, con tanta storia di fede, chiedo a Dio che in questa terra catalana si moltiplichino e consolidino nuovi testimoni di santità, che offrano al mondo il grande servizio che la Chiesa può e deve prestare all’umanità: essere icona della bellezza divina, fiamma ardente di carità, canale perché il mondo creda in Colui che Dio ha mandato (cfr Gv 6,29).
Cari fratelli, nel dedicare questa splendida chiesa, supplico, al tempo stesso, il Signore delle nostre vite che da questo altare, che ora verrà unto con olio santo e sopra il quale si consumerà il sacrificio d’amore di Cristo, sgorghi un fiume continuo di grazia e di carità su questa città di Barcellona e sui suoi abitanti, e sul mondo intero. Che queste acque feconde riempiano di fede e di vitalità apostolica questa Chiesa arcidiocesana, i suoi Pastori e fedeli.
Desidero, infine, affidare all’amorosa protezione della Madre di Dio, Maria Santissima, “Rosa di aprile”, “Madre della Mercede”, tutti voi qui presenti e tutti coloro che con parole e opere, con il silenzio o la preghiera, hanno reso possibile questo miracolo architettonico. Che Ella presenti al suo divin Figlio anche le gioie e le sofferenze di coloro che giungeranno in futuro in questo luogo sacro, perché, come prega la Liturgia della dedicazione delle chiese, i poveri possano trovare misericordia, gli oppressi conseguire la vera libertà e tutti gli uomini rivestirsi della dignità di figli di Dio. Amen.






Un architetto sugli altari
di Juan Bassegoda Nonell


Alla morte di Antonio Gaudí, il 10 giugno 1926, nella città di Barcellona c'era già un grande sentimento sulla santità di questo architetto unico.
Vi è stato, quindi, sempre uno stretto rapporto tra la fede cristiana e l'architettura di Gaudí, che sapeva anche come capirlo senza complicazioni per santurrón o meapilas. I suoi amici clericali erano sempre di pensiero più avanzato, sostenitori della nuova liturgia. I simpatici vescovi di Gaudí, José Torras i Bages, di Vic; Pedro Campins Barceló, di Maiorca, e Juan Bta. Grau Vallespinós, di Astorga, erano innovativi nel loro modo di comprendere la società e il culto cristiano. Da giovane Gaudí, ancora studente o neolaureato, sentiva i problemi del suo tempo e si preoccupava delle condizioni dei lavoratori che manifestavano reali preoccupazioni sociali, che rifletteva architettonicamente nella Cooperativa Mataronesa, la prima fondata in Spagna. Ma le loro convinzioni religiose, acquisite all'interno di una famiglia di insegnanti cristiani e per l'educazione ricevuta dai scolopi di Reus, dove il culto della Vergine era di importanza sovrana, rimasero forti e ferme. Nel 1883 progettò la cappella del Santísimo de San Félix de Alella. L'anno precedente fece per il suo insegnante e amico Juan Martorell, un saggio e un santo quando disse di Gaudí, un progetto di chiesa neogotica per il monastero benedettino palestinese mai costruito a Cuevas de Vera, in Almeria.
L'elenco di opere religiose di Gaudí costituisce la maggior parte del suo lavoro di architetto. Quelli già citati sono seguiti dal Collegio Teresiano, a partire dal 1888 per padre Enrique de Ossó, attualmente San Enrique de Ossó, un altro sacerdote fondatore di una congregazione e scuole con moderni programmi di istruzione per ragazze. Dal 1887 al 1893 si occupò del progetto e della direzione del Palazzo episcopale di Astorga per il vescovo Juan Grau. Dal 1898 iniziò a preparare il progetto della chiesa di Colonia Güell, dando così continuità alle opere sociali in cui aveva lavorato nella Cooperativa Mataronesa. Dal 1903 al 1914 si occupò dell'ardito e molto artistico restauro liturgico-architettonico della Cattedrale di Maiorca su impulso del vescovo Pedro Campins. Nel frattempo, il lavoro della Sagrada Familia è continuato e Gaudì ha dedicato quarantadue anni della sua vita, con un amore e una devozione che, secondo l'architetto e storico José Pijoan, gli architetti di solito non mettono nelle pietre.
Ma il sentimento religioso di Gaudí, la sua comunione quotidiana, il digiuno quaresimale, incluso quello del 1894, che stava per causare la morte per fame, le sue visite quotidiane all'oratorio di San Filippo Neri per discutere con il suo direttore spirituale, il padre Agustín Mas, la presenza domenicale all'ufficio della cattedrale, non si riflette solo nella sua architettura sacra, ma è presente anche in quella di carattere profano. Il palazzo Güell, terminato nel 1888, è completato da una croce e all'interno dei dipinti di Alejo Clapés commemora la vita di Santa Elisabetta nella grande sala che ospita una cappella dove, vi era un'immagine dell'Immacolata Concezione. Nella Casa de los Botines, a León, collocò l'immagine di San Giorgio al centro della facciata, nel 1892. A Bellesguard, un edificio costruito tra il 1900 e il 1909, c'è una torre alta 35 metri culminata con una grande croce di quattro braccia, la stessa che sorge sulla torre del padiglione obiettivo del parco Güell, 1903, recinzione nel cui punto più alto è il Turó de les Tres Creus, un calvario che sostituì la cappella che non poteva essere eretta per motivi economici . La panchina in ceramica intorno alla piazza chiamata teatro greco, contiene frasi di poesie dedicate alla Vergine. Casa Batlló, tra il 1904 e il 1906, ha una croce in ceramica a quattro braccia sopra e sotto gli anagrammi di Gesù, Giuseppe e Maria. E che dire di Casa Mila, dedicata alla Vergine.
Un architetto con una carriera perfettamente cristiana per tutta la vita, con tratti eroici a volte, con una totale dedizione al suo lavoro senza ambizioni politiche o economiche, senza vizi diversi dall'amicizia di persone religiose come lui, è evidente che può essere considerato il sentiero della santità, una categoria che non viene raggiunta "ad digitum", ma dopo un lungo e molto accurato processo e ogni volta che viene dimostrata l'esistenza di un miracolo operato da Dio attraverso l'intercessione del candidato a benedetto o santo.
L'idea di continuare un processo avviato nel 2002 in vista di una possibile beatificazione di Antonio Gaudí, che sarebbe il primo beato architetto della storia, non sembra inverosimile.


Cripta Guell, di Antoni Gaudi



- Venerabile Servo di Dio -
Antoni Gaudí i Cornet
(1852 - 1926)

VENERABILITÀ:
- Promulgato il 14 aprile 2025 da Papa Francesco

 
Fedele laico; mosso dall’anelito di unione con il Signore, condusse una buona vita spirituale e morale al di sopra dell’ordinario, con qualche tratto di vita mistica. Fu un cristiano convinto e praticante, assiduo ai sacramenti, che offriva a Dio i frutti del proprio lavoro inteso come missione per far conoscere e avvicinare il popolo a Dio e fece dell’arte un inno di lode al Signore

Pur continuando il lavoro di architetto, si ritirò sempre più in se stesso, nella preghiera, nella lettura della Bibbia e nella vita liturgica

Il Venerabile Servo di Dio Antoni Gaudí i Cornet nacque il 25 giugno 1852 probabilmente a Reus (Spagna) e fu battezzato il giorno seguente.
Nel 1863 si iscrisse alle Scuole Pie di Reus e, nel 1868, si trasferì a Barcellona per completare gli studi superiori, vivendo con il fratello Francesco. Nel 1876, morirono suo fratello e sua madre a Barcellona. In questa città entrò nella Scuola di Architettura, ottenendo il titolo di architetto il 15 marzo 1878.
Durante l’estate-autunno dello stesso anno, scrisse alcuni appunti di architettura, conosciuti come il “Manoscritto” di Reus, in cui Gaudí avanzò le sue proposte sull’ornamento e sugli edifici religiosi e mostrò una notevole conoscenza e adesione ai misteri della fede cristiana.
Nel 1879 morì anche sua sorella ed egli, insieme al padre, divenne tutore della nipote.
Nel 1882 iniziò a lavorare con l’architetto Joan Martorell i Montells. In questo stesso anno, a Barcellona, fu benedetta e posata la prima pietra della Chiesa Espiatoria della Sagrada Familia, di cui l’anno successivo Gaudí accettò la direzione dei lavori. Fu un impegno costante e continuo fino alla fine della sua vita, in manifestò il suo genio artistico, il suo sentimento religioso e la sua profonda spiritualità. Dal 1887 al 1893, progettò e diresse diverse opere civili e religiose.
Nella Quaresima del 1894 fu colpito da una grave malattia, causata da un rigoroso digiuno che, pur mettendo in pericolo la sua vita, fu allo stesso tempo una profonda esperienza spirituale nella sua ricerca di Dio. Superata la crisi continuò a lavorare come architetto in vari progetti.
Il 30 ottobre 1906 morì suo padre e, quattro anni dopo, anche la nipote. Rimasto solo, intraprese una vera e propria ascesi spirituale e, rifiutando nuovi incarichi, si concentrò sulla costruzione della Chiesa Espiatoria della Sagrada Familia.
Nel 1925 si trasferì a fianco della stessa chiesa, adattando una piccola stanza per sua residenza. Istituì due pie fondazioni in memoria del padre nella parrocchia di Riudoms, e della madre nella chiesa priorale di Reus.
Verso le 17.30 di lunedì 7 giugno 1926, fu investito da un tram a Barcellona. Non essendo stato riconosciuto, fu portato all’Ospedale della Santa Creu, l’ospedale dei poveri della città. Dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti e gli altri aiuti spirituali, morì nello stesso ospedale il 10 giugno. Le sue ultime parole sono state: “Dio mio, Dio mio!”. Sabato 12 giugno, il corteo funebre, al quale parteciparono circa 30.000 persone, accompagnò le spoglie dall’Ospedale della Santa Creu alla spianata del Tempio, passando per la Cattedrale di Barcellona. Venne sepolto nella cappella della Nostra Signora del Monte Carmelo della cripta del Tempio.
Il Venerabile Servo di Dio ritenne che la Sagrada Familia era la missione che Dio gli aveva affidato. Con tale consapevolezza, trasformò l’originario progetto neogotico in qualcosa di diverso e originale, ispirato alle forme della natura e ricco di simbolismi che esprimevano la sua profonda fede e spiritualità che aveva varie influenze provenienti dai Benedettini, dai Francescani e da San Filippo Neri, cui l’artista era particolarmente devoto.
Affrontò gli ostacoli e le difficoltà con coraggio e fiducia in Dio. Sopportò invidie e gelosie, oltre all’amarezza della sconfitta per opere rimaste incompiute o non realizzate.
Pur continuando il lavoro di architetto, si ritirò sempre più in se stesso, nella preghiera, nella lettura della Bibbia, nella vita liturgica, divenendo anche un estimatore del canto gregoriano promosso da san Pio X.
Nell’ultimo periodo, il suo cammino interiore raggiunse il culmine, alimentato da una vita austera, casta, di tipo monacale, centrata sulla preghiera, su penitenze e rigorosi digiuni.
Mosso dall’anelito di unione con il Signore, condusse una buona vita spirituale e morale al di sopra dell’ordinario, con qualche tratto di vita mistica. Fu un cristiano convinto e praticante, assiduo ai sacramenti, che offriva a Dio i frutti del proprio lavoro inteso come missione per far conoscere e avvicinare il popolo a Dio e fece dell’arte un inno di lode al Signore.
La fama di santità si sviluppò soprattutto negli ultimi anni della vita ed è rimasta viva e intensa nel tempo non solo in Spagna, ma anche in altri Paesi e Continenti, spesso unita alla fama artistica e culturale. È presente una certa fama signorum.

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Fonte: DICASTERO DELLE CAUSE DEI SANTI 



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PREGHIERA 
al Servo di Dio Antoni Gaudi

O Dio, Nostro Padre, che infondesti nel tuo servo Antoni Gaudí, architetto, 
un grande amore per la tua creazione e un desiderio ardente 
di imitare i misteri dell'infanzia e della Passione di tuo Figlio, 
fa’ che con la forza del tuo Spirito anch'io sappia dedicarmi al lavoro ben fatto, 
e degnati di glorificare il tuo servo Antoni, concedendomi, per sua intercessione, 
la grazia che ti chiedo... (si esprime la domanda). 
Per Cristo nostro Signore, 
Amen.

Gesù, Maria e Giuseppe, donateci la pace e proteggete la famiglia! (Tre volte).


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Casa Batlò, di Antoni Gaudi



Antoni Gaudi : l'architetto di Dio
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APPROFONDIMENTI


ANTONI GAUDI ("architetto di Dio" 1852-1916), Architettura Organica Cristiana come lode e gloria a Dio

Antoni Gaudì : il Dante Alighieri dell'Architettura , di Giovanni Ricciardi
 
Conferenza stampa di presentazione della mostra: "Gaudì e la Sacrada Familia de Barcelona. Arte, scienza e spiritualità" (Città del Vaticano 24-11-2011/15-01-2012)

Mostra: Gaudi e la Sagrada Familia di Barcellona: Arte, Scienza e Spiritualità, del 24-11-2011
 
L'architettura di Antoni Gaudì: natura e forma nelle opere del genio catalano , di Roberta Franchi 

La creazione secondo Gaudì, del Card. Lluis Martinez Sistach

Gaudi: l'architetto di Dio, del Card. Lluis Martinez Sistach

La Sagrata Familia, la creazione e Gaudi, del Card. Lluis Martinez Sistach

Gaudi, il Dante dell'architettura, del Card. Lluis Martinez Sistach

In memoria di Antoni Gaudi, di Emanuele Boffi

SANTA MESSA CON DEDICAZIONE DELLA CHIESA DELLA SAGRADA FAMILIA E DELL’ALTARE - OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI, Barcelona, Domenica, 7 novembre 2010

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