S. Carlo Borromeo e l'architettura organica cristiana
di Carlo Sarno
APOSTOLATO
La relazione tra l'apostolato di San Carlo Borromeo e l'architettura organica cristiana risiede nel principio dell'utilità positiva e della funzionalità liturgica come espressione di una vita spirituale ordinata.
Sebbene l'architettura organica sia un concetto moderno teorizzato da Frank Lloyd Wright, essa condivide con l'opera di Borromeo l'idea che l'edificio debba essere un organismo coerente dove forma e funzione sono inscindibili.
I punti di contatto principali includono:
Codificazione Funzionale: Con le sue Instructiones Fabricae et Supellectilis Ecclesiasticae (1577), Borromeo stabilì norme rigorose affinché ogni elemento architettonico servisse direttamente alla liturgia e alla cura delle anime. Questo approccio anticipa la visione "organica" dell'edificio come strumento funzionale alla vita della comunità.
Predilezione per la Croce: San Carlo indicò la forma a croce latina (crucis instar) come modello ideale perché più idoneo a ospitare i fedeli e le processioni rispetto alla pianta centrale (rotonda), considerata meno funzionale e di origine pagana.
Architettura come Pastorale: Il suo apostolato promosse la ricostruzione di seminari, ospedali e chiese non per mero estetismo, ma come parte di un sistema organico di riorganizzazione della società e della fede.
Influenza Storica: Il rigore borromaico ha influenzato l'evoluzione dell'architettura sacra fino all'epoca contemporanea, ponendo le basi per una progettazione che mette al centro l'esperienza dell'assemblea e il mistero celebrato.
La relazione tra l'apostolato di San Carlo Borromeo e l'architettura organica cristiana si sviluppa attraverso l'analisi di come il "sistema" borromaico abbia trasformato l'edificio sacro in un organismo vivente e funzionale, anticipando i principi di coerenza tra forma, funzione e comunità.
1. La Chiesa come "Organismo" Liturgico
Per Borromeo, la chiesa non era un monumento statico, ma un'architettura complessa da organizzare ex novo per servire come custode e motore di una proposta di vita spirituale.
Predilezione per la Croce: San Carlo indicò la forma a croce latina (crucis instar) come modello ideale perché più idoneo a ospitare i fedeli e le processioni rispetto alla pianta centrale (rotonda), considerata meno funzionale e di origine pagana.
Architettura come Pastorale: Il suo apostolato promosse la ricostruzione di seminari, ospedali e chiese non per mero estetismo, ma come parte di un sistema organico di riorganizzazione della società e della fede.
Influenza Storica: Il rigore borromaico ha influenzato l'evoluzione dell'architettura sacra fino all'epoca contemporanea, ponendo le basi per una progettazione che mette al centro l'esperienza dell'assemblea e il mistero celebrato.
La relazione tra l'apostolato di San Carlo Borromeo e l'architettura organica cristiana si sviluppa attraverso l'analisi di come il "sistema" borromaico abbia trasformato l'edificio sacro in un organismo vivente e funzionale, anticipando i principi di coerenza tra forma, funzione e comunità.
1. La Chiesa come "Organismo" Liturgico
Per Borromeo, la chiesa non era un monumento statico, ma un'architettura complessa da organizzare ex novo per servire come custode e motore di una proposta di vita spirituale.
Interconnessione: Ogni elemento (altari, confessionali, battisteri) doveva essere coordinato secondo una logica di "utilità positiva", assicurando che la struttura fisica supportasse organicamente la prassi pastorale.
Centralità del Presbiterio: Nelle sue Instructiones, Borromeo impose che l'altare maggiore fosse il fulcro visivo e funzionale, spesso sovrastato da un ciborio per sottolinearne la sacralità, creando un cuore pulsante all'interno dell'organismo architettonico.
2. Funzionalità contro Estetismo Astratto
L'architettura "organica" cristiana rifiuta l'estetica fine a se stessa a favore della verità rivelata.
Centralità del Presbiterio: Nelle sue Instructiones, Borromeo impose che l'altare maggiore fosse il fulcro visivo e funzionale, spesso sovrastato da un ciborio per sottolinearne la sacralità, creando un cuore pulsante all'interno dell'organismo architettonico.
2. Funzionalità contro Estetismo Astratto
L'architettura "organica" cristiana rifiuta l'estetica fine a se stessa a favore della verità rivelata.
Il primato della Croce Latina: Borromeo contestò la pianta centrale del Rinascimento, considerandola meno idonea alle esigenze liturgiche della Controriforma. La scelta della croce latina fu dettata dalla necessità organica di accogliere grandi processioni e assemblee, rendendo lo spazio un'estensione del corpo ecclesiale.
Qualità e Decoro: Egli gestì il patrimonio edilizio con attenzione moderna alla qualità tecnologica dei materiali e al rispetto del contesto ambientale, assicurando che le chiese non fossero solo belle, ma efficienti e dignitose per il popolo.
3. L'Edificio come Strumento di Cura Pastorale
L'apostolato di San Carlo non si limitò alle chiese, ma si estese organicamente a seminari, ospedali e scuole.
Qualità e Decoro: Egli gestì il patrimonio edilizio con attenzione moderna alla qualità tecnologica dei materiali e al rispetto del contesto ambientale, assicurando che le chiese non fossero solo belle, ma efficienti e dignitose per il popolo.
3. L'Edificio come Strumento di Cura Pastorale
L'apostolato di San Carlo non si limitò alle chiese, ma si estese organicamente a seminari, ospedali e scuole.
Integrazione Sociale: Questa visione "totale" dell'architettura serviva a riorganizzare la società stessa. L'edificio sacro diventava il centro di un sistema di assistenza e istruzione, riflettendo l'idea di una "architettura con amore" che mette al centro l'uomo e la sua dignità.
Normatività Profetica: Le sue norme non furono semplici precetti burocratici, ma una codificazione che infuse lo spirito della Riforma Cattolica nelle forme barocche emergenti, trasformando l'architettura in un linguaggio pastorale onnipresente.
Normatività Profetica: Le sue norme non furono semplici precetti burocratici, ma una codificazione che infuse lo spirito della Riforma Cattolica nelle forme barocche emergenti, trasformando l'architettura in un linguaggio pastorale onnipresente.
In sintesi, l'eredità di Borromeo risiede nell'aver concepito lo spazio sacro come un sistema integrato dove la struttura architettonica non è un involucro separato dalla vita religiosa, ma la sua stessa espressione materiale e funzionale, gettando le fondamenta per una concezione organica dell'architettura sacra moderna.
LA CARITA'
La carità di San Carlo Borromeo incontra l'architettura organica cristiana nel concetto di progettazione come atto d'amore, dove l'edificio non è un guscio estetico, ma un servizio attivo al prossimo e a Dio.
Questa relazione si manifesta attraverso tre pilastri fondamentali:
1. La Progettazione come Opere di Carità
Nell'architettura organica cristiana, una "buona progettazione" è considerata essa stessa una forma di carità, poiché mira al benessere integrale dell'uomo. San Carlo concretizzò questo principio trasformando le sue risorse personali e il suo zelo apostolico in strutture fisiche:
Assistenza Materiale: Fondò e supervisionò la costruzione di ospedali, ospizi e seminari, concepiti per rispondere ai bisogni primari della popolazione con efficienza e dignità.
Funzionalità Sociale: La sua architettura non cercava il lusso, ma l'utilità positiva, creando spazi che fossero motori di assistenza morale e materiale.
2. L'Edificio come "Organismo di Accoglienza"
Mentre l'architettura organica moderna si ispira alla natura, quella borromaica si ispira alla natura del corpo ecclesiale:
Funzionalità Sociale: La sua architettura non cercava il lusso, ma l'utilità positiva, creando spazi che fossero motori di assistenza morale e materiale.
2. L'Edificio come "Organismo di Accoglienza"
Mentre l'architettura organica moderna si ispira alla natura, quella borromaica si ispira alla natura del corpo ecclesiale:
Integrazione tra spazi: San Carlo impose norme affinché le chiese fossero ampie e accessibili, garantendo che ogni fedele potesse partecipare organicamente alla vita comunitaria.
Carità Barocca: Durante la peste, la sua carità divenne "architettonica" attraverso l'adeguamento degli spazi per la cura dei malati e l'organizzazione di stazioni di preghiera all'aperto, dimostrando come lo spazio sacro debba adattarsi plasticamente alle necessità dell'uomo sofferente.
3. Centralità dell'Uomo e Verità Rivelata
L'architettura organica cristiana rifiuta l'astrattezza per rimettere al centro la Verità rivelata che si fa carne nella carità.
Carità Barocca: Durante la peste, la sua carità divenne "architettonica" attraverso l'adeguamento degli spazi per la cura dei malati e l'organizzazione di stazioni di preghiera all'aperto, dimostrando come lo spazio sacro debba adattarsi plasticamente alle necessità dell'uomo sofferente.
3. Centralità dell'Uomo e Verità Rivelata
L'architettura organica cristiana rifiuta l'astrattezza per rimettere al centro la Verità rivelata che si fa carne nella carità.
Sostegno alla Dignità: Borromeo vide nell'edificazione di strutture ordinate uno strumento per confermare la dignità umana, trasformando la pietra in un riflesso della santità divina che accoglie e cura.
Armonia Liturgica: Come l'architettura organica cerca l'armonia tra spazio, luce e luogo, così Borromeo cercò l'armonia tra il luogo della celebrazione e l'azione trasformante dello Spirito, dove la carità è il collante che unifica la comunità.
Armonia Liturgica: Come l'architettura organica cerca l'armonia tra spazio, luce e luogo, così Borromeo cercò l'armonia tra il luogo della celebrazione e l'azione trasformante dello Spirito, dove la carità è il collante che unifica la comunità.
Per San Carlo l'architettura era lo strumento tecnico attraverso cui la carità diventava presenza tangibile e organizzata nel mondo, un principio che oggi l'architettura organica cristiana eredita nell'idea dello spazio come "servizio d'amore".
La relazione tra la carità di San Carlo Borromeo e l'architettura organica cristiana si fonda sull'idea che l'atto di progettare sia un'estensione dell'amore per il prossimo e della cura pastorale. In questa visione, l'architettura non è solo estetica, ma un servizio "organico" alla vita dell'uomo e della comunità.
1. La "Carità delle Forme": L'Utilità Positiva
Per Borromeo, la carità non si esprimeva solo in elemosine, ma nella creazione di un ordine che facilitasse la vita spirituale e materiale.
Progettazione per il Benessere: Nelle sue Instructiones, egli non cercava il decoro astratto, ma l'efficacia funzionale. Una chiesa "organica" deve essere spaziosa (Borromeo calcolava circa 0,4 metri quadrati per fedele) per accogliere tutti con dignità, evitando l'esclusione sociale durante le celebrazioni.
Architettura come Protezione: Durante le pestilenze, la sua carità divenne "architettura d'emergenza", adattando gli spazi urbani e sacri per garantire la cura dei malati senza interrompere la vita di preghiera.
2. L'Edificio come Corpo Vivente (Analogia Organica)
L'architettura organica cristiana vede nell'edificio un riflesso del Corpo di Cristo. Borromeo applicò questo concetto attraverso:
Architettura come Protezione: Durante le pestilenze, la sua carità divenne "architettura d'emergenza", adattando gli spazi urbani e sacri per garantire la cura dei malati senza interrompere la vita di preghiera.
2. L'Edificio come Corpo Vivente (Analogia Organica)
L'architettura organica cristiana vede nell'edificio un riflesso del Corpo di Cristo. Borromeo applicò questo concetto attraverso:
Gerarchia Funzionale: Come in un organismo ogni organo ha un compito, così Borromeo dispose gli elementi architettonici (altare, battistero, confessionali) in modo che servissero organicamente alla salvezza delle anime, rifiutando ogni elemento che non avesse un fondamento scritturale o teologico.
Unità di Spirito e Materia: Egli concepì l'istituzione ecclesiastica come "organicamente costituita nella sua realtà materiale e spirituale", dove l'edificio è il custode e il motore di una proposta di vita per ogni ceto sociale.
3. La Bellezza come Servizio alla Dignità Umana
L'architettura organica cristiana è definita come "architettura con amore". San Carlo Borromeo integrò questa visione:
Unità di Spirito e Materia: Egli concepì l'istituzione ecclesiastica come "organicamente costituita nella sua realtà materiale e spirituale", dove l'edificio è il custode e il motore di una proposta di vita per ogni ceto sociale.
3. La Bellezza come Servizio alla Dignità Umana
L'architettura organica cristiana è definita come "architettura con amore". San Carlo Borromeo integrò questa visione:
Riscatto Sociale tramite l'Arte: Fondando seminari, ospedali e scuole, Borromeo usò l'architettura per elevare la condizione umana, offrendo bellezza e ordine come strumenti di riscatto morale.
Rifiuto del Paganesimo: Contestò l'uso di elementi classici vuoti di significato, preferendo forme (come la croce latina) che parlassero direttamente al cuore del fedele, rendendo lo spazio un luogo di incontro reale e non di mera ostentazione.
Rifiuto del Paganesimo: Contestò l'uso di elementi classici vuoti di significato, preferendo forme (come la croce latina) che parlassero direttamente al cuore del fedele, rendendo lo spazio un luogo di incontro reale e non di mera ostentazione.
La carità di San Carlo incontra l'architettura organica nel momento in cui la pietra si fa ancella della cura pastorale, creando spazi che non solo ospitano l'uomo, ma lo guidano e lo sostengono nel suo cammino di fede e di vita.
LA CHIESA DI SAN CARLO AL LAZZARRETTO
LA CHIESA DI SAN CARLO AL LAZZARRETTO
Un esempio emblematico di questa relazione è la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto a Milano, progettata da Pellegrino Tibaldi sotto la diretta supervisione di San Carlo Borromeo dopo la peste del 1576.
In questo edificio, la carità del Santo e i principi dell'architettura organica cristiana si fondono in tre punti chiave:
Centralità visiva e inclusione: La chiesa fu ricostruita al centro dell'enorme recinto quadrato del Lazzaretto, che ospitava migliaia di appestati. La struttura originaria era un'edicola aperta su tutti i lati, concepita "organicamente" affinché ogni malato, dalle finestre delle proprie celle, potesse vedere l'altare e partecipare alla Messa. Questo è un atto di carità architettonica: lo spazio non serve a separare, ma a connettere il sofferente al mistero della salvezza.
Funzionalità pastorale (Utilità Positiva): San Carlo impose che l'altare maggiore fosse il fulcro visivo assoluto, eliminando decorazioni che potessero distrarre l'attenzione del fedele. L'edificio non è un monumento alla gloria umana, ma uno strumento funzionale progettato per rispondere al bisogno spirituale di una comunità ferita, incarnando l'idea di una "architettura che cura".
L'edificio come corpo vivente: Per Borromeo, l'istituzione ecclesiastica deve essere "organicamente costituita nella sua realtà materiale e spirituale". La scelta di Tibaldi di progettare un'architettura rigorosa ma accogliente riflette la volontà del Santo di dare una "forma istituzionale" alla carità, trasformando un luogo di isolamento in un organismo di preghiera corale.
Oggi, i resti del Lazzaretto e la chiesetta centrale testimoniano come per San Carlo la pietra dovesse farsi servizio tangibile, trasformando l'efficienza progettuale nel braccio destro della carità verso gli ultimi.
DUOMO DI MILANO: PRESBITERIO E TABERNACOLO DEL TIBALDI
Funzionalità pastorale (Utilità Positiva): San Carlo impose che l'altare maggiore fosse il fulcro visivo assoluto, eliminando decorazioni che potessero distrarre l'attenzione del fedele. L'edificio non è un monumento alla gloria umana, ma uno strumento funzionale progettato per rispondere al bisogno spirituale di una comunità ferita, incarnando l'idea di una "architettura che cura".
L'edificio come corpo vivente: Per Borromeo, l'istituzione ecclesiastica deve essere "organicamente costituita nella sua realtà materiale e spirituale". La scelta di Tibaldi di progettare un'architettura rigorosa ma accogliente riflette la volontà del Santo di dare una "forma istituzionale" alla carità, trasformando un luogo di isolamento in un organismo di preghiera corale.
Oggi, i resti del Lazzaretto e la chiesetta centrale testimoniano come per San Carlo la pietra dovesse farsi servizio tangibile, trasformando l'efficienza progettuale nel braccio destro della carità verso gli ultimi.
DUOMO DI MILANO: PRESBITERIO E TABERNACOLO DEL TIBALDI
Un altro esempio fondamentale è la progettazione e la riforma del Duomo di Milano, in particolare la trasformazione dell'area del Presbiterio, che San Carlo affidò a Pellegrino Tibaldi.
In questo intervento, la carità pastorale di Borromeo e l'architettura organica cristiana si incontrano nella creazione di un "cuore pulsante" per l'intero organismo urbano e diocesano.
L'esempio: Il Presbiterio e il Tabernacolo del Duomo
Prima dell'intervento di San Carlo, lo spazio liturgico era spesso frammentato e poco visibile. Borromeo lo riorganizzò come un organismo unitario:
L'Altare come Cuore dell'Organismo: San Carlo fece innalzare il presbiterio e vi pose al centro un imponente tabernacolo a forma di tempietto. Questo non era un semplice arredo, ma il centro vitale (organico) della cattedrale. La sua carità si manifestava qui nella volontà che ogni fedele, anche il più povero e lontano nella navata, potesse vedere e "incontrare" il Sacramento.
La Corrispondenza tra Forma e Nutrimento: L'architettura organica cristiana sostiene che la forma debba derivare dalla vita che vi si svolge all'interno. Borromeo eliminò i tramezzi (i jubé) che separavano il clero dal popolo, "aprendo" l'architettura. Questo atto fu una forma di carità intellettuale e spirituale: abbattere le barriere fisiche per permettere al popolo di Dio di nutrirsi organicamente della liturgia.
Il Coro Ligneo e la Funzionalità Corale: Il coro fu progettato per circondare l'altare, creando una struttura che "abbraccia" il mistero. Questa disposizione riflette l'idea di un corpo sociale (il clero e i fedeli) che si muove in armonia attorno a un centro, proprio come le membra di un corpo vivente dipendono dal cuore.
La Cripta (lo Scurolo): Sotto l'altare, Borromeo volle una cripta circolare per la venerazione delle reliquie. Questo spazio crea una circolarità organica tra il mondo dei morti (i santi) e quello dei vivi (l'assemblea), integrando la storia della Chiesa nell'architettura presente.
In questo intervento, San Carlo non cercò la magnificenza per se stessa, ma la chiarezza comunicativa. La sua "carità delle forme" consistette nel rendere l'architettura del Duomo un veicolo trasparente per la grazia: un edificio che "funziona" per la salvezza del popolo, dove ogni pietra è coordinata per guidare l'uomo verso l'Eucaristia.
La Corrispondenza tra Forma e Nutrimento: L'architettura organica cristiana sostiene che la forma debba derivare dalla vita che vi si svolge all'interno. Borromeo eliminò i tramezzi (i jubé) che separavano il clero dal popolo, "aprendo" l'architettura. Questo atto fu una forma di carità intellettuale e spirituale: abbattere le barriere fisiche per permettere al popolo di Dio di nutrirsi organicamente della liturgia.
Il Coro Ligneo e la Funzionalità Corale: Il coro fu progettato per circondare l'altare, creando una struttura che "abbraccia" il mistero. Questa disposizione riflette l'idea di un corpo sociale (il clero e i fedeli) che si muove in armonia attorno a un centro, proprio come le membra di un corpo vivente dipendono dal cuore.
La Cripta (lo Scurolo): Sotto l'altare, Borromeo volle una cripta circolare per la venerazione delle reliquie. Questo spazio crea una circolarità organica tra il mondo dei morti (i santi) e quello dei vivi (l'assemblea), integrando la storia della Chiesa nell'architettura presente.
In questo intervento, San Carlo non cercò la magnificenza per se stessa, ma la chiarezza comunicativa. La sua "carità delle forme" consistette nel rendere l'architettura del Duomo un veicolo trasparente per la grazia: un edificio che "funziona" per la salvezza del popolo, dove ogni pietra è coordinata per guidare l'uomo verso l'Eucaristia.
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